Solo due giorni fa raccontavamo di come il 30% degli aiuti ai palestinesi finisce per finanziare i terroristi. Ci siamo sbagliati in difetto. La cifra per il 2017 è addirittura maggiore e non è nemmeno un segreto perché è tutto scritto nero su bianco nel bilancio ufficiale della Autorità Palestinese (AP), basta solo andarselo a cercare.
Secondo il bilancio ufficiale della Autorità Palestinese per il 2017 i fondi destinati al pagamento degli stipendi ai terroristi incarcerati e alle famiglie dei terroristi uccisi sono stati aumentai per un importo pari a 552 milioni di Shekel, cioè 153,4 milioni di dollari. Un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Alla Autorità Palestinese hanno pensato bene di aumentare il “salario” dei terroristi e siccome sono aumentati anche gli attentati contro i cittadini israeliani di conseguenze aumenta la cifra destinata a questa singolare forma di walfare, un cifra che ormai supera abbondantemente i 400 milioni di dollari l’anno, tutto denaro che deriva dalle generose donazioni dell’Unione Europea e di altri donatori internazionali. E se consideriamo che siamo poco oltre la metà dell’anno c’è da immaginare che la cifra crescerà ancora.
La Autorità Palestinese è un organismo attento alle tematiche economiche e ha valutato che, specialmente per i terroristi che sono riusciti a uccidere cittadini israeliani, era necessario un ritocco al rialzo dello stipendio da terrorista, così ha aumentato del 4,8% la somma destinata al “sostegno delle famiglie dei martiri”. E ci sono anche premi extra per le oltre 500 famiglie dei “martiri”. Tra questi spicca quello donato dall’Arabia Saudita che ha finanziato un viaggio premio alla Mecca e a Medina per le “famiglie dei martiri” in modo che possano fare un pellegrinaggio volto a pregare per le anime di personcine così brave e perbene.
La cosa tragicomica è che nel bilancio della Autorità Palestinese le voci e gli importi destinati al sostegno dei terroristi vengono classificate come “aiuti sociali alle famiglie” e vengono gestiti dal Fondo Nazionale Palestinese, cioè dal braccio finanziario della OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) in modo che la Autorità Palestinese se ne possa lavare le mani affermando che essa si limita solo al trasferimento di fondi dai suoi conti a quelli della OLP.
Ora, chiunque in Israele sa come funziona il finanziamento del terrorismo da parte della Autorità Palestinese, quello che non ci si spiega è come i donatori internazionali lo possano permettere accettando di fatto la scusa che a gestire tale “walfare” sia la OLP e non la Autorità Palestinese. E siccome i fondi vengono elargiti alla AP e non alla OLP, ecco che anche i donatori internazionali se ne lavano le mani.
Considerando che il finanziamento del terrorismo attraverso il pagamento di uno stipendio ai terroristi e alle loro famiglie è un dei maggiori incentivi a compiere attentati (e quindi va considerato come incitamento) dire che i donatori internazionali – e quindi anche e soprattutto l’Unione Europea visto che è il maggiore finanziatore della AP- sono complici del terrorismo di matrice palestinese è affermare una cosa che è davanti agli occhi di tutti. Dire che l’Europa finanzia il terrorismo palestinese è affermare il giusto perché non ci sono altri modi per definire questo vero e proprio scandalo.
Nonostante il problema del sostegno alle famiglie dei terroristi sia stato portato ai massimi livelli di attenzione con denunce a tutti i livelli, Abu Mazen non solo se ne frega ma sicuro che nessuno oserà tagliare i fondi rilancia aumentando addirittura i fondi di questo strano walfare. Uno schiaffo ai propositi europei di combattere con i fatti il terrorismo islamico.
Ora però il re è nudo, i dati e i numeri sono davanti agli occhi di tutti e l’Europa non può più far finta di non vedere le nostre continue denunce ed esposti. Non accettiamo che con il denaro del contribuente europeo si finanzi il terrorismo islamico di matrice palestinese. Quindi insieme ad altre organizzazioni (perché l’unione fa la forza) stiamo valutando nuove azioni da intraprendere contro l’Unione Europea e altri donatori. Sappiamo che è come andare con un triciclo contro un muro, ma non possiamo arrenderci di fronte a questa vera e propria barbarie.