Attentato a Charlie Hebdo: l’omicidio della democrazia in diretta

Ricordiamocelo bene questo giorno, ricordiamo bene il 7 gennaio 2015 perché con l’attentato a Charlie Hebdo abbiamo assistito in diretta all’omicidio della democrazia, al più grave attacco della storia moderna alla libertà di espressione.

Con questo vile attentato abbiamo visto il fallimento di ogni politica di integrazione e di accoglienza, abbiamo capito che tra noi e l’islam c’è un abisso incolmabile. E per favore, smettiamola di parlare di “Islam moderato” o di condannare gli accostamenti tra questi assassini e il “resto dell’islam”. Ancora non si è sentita una sola voce islamica alzarsi contro il barbaro assassinio dei giornalisti di Charlie Hebdo. NON UNA SOLA VOCE. Chi tace è complice degli assassini.

Basta scuse, basta buonismo e pietismo, l’islam non è una religione di pace, diciamolo con forza, l’islam è una religione violenta che quando non può far tacere le voci democratiche con le buone usa le armi per farlo. I morti di Charlie Hebdo sono li a dimostralo.

Abbiamo cercato in tutti i modi di essere accoglienti, di essere permissivi, gli abbiamo permesso di tutto, di negarci persino il Natale e i crocefissi. Quello che abbiamo ottenuto è davanti agli occhi di tutti, è nei morti ammazzati dell’attentato a Charlie Hebdo, non un attentato qualsiasi, ma un attacco alla libertà di opinione e al concetto di democrazia. Un attentato altamente simbolico per ribadire che “l’islam non è criticabile”.

E allora adesso ammazzateci tutti perché da oggi daremo il via alla più massiccia campagna anti-islamica della storia e faremo di tutto per difendere la nostra democrazia.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Bianca B.

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7 Comments Lascia un commento

  1. Il video che mostra il terrorista finire il poliziotto (a terra ferito) con un colpo alla testa è davvero raccapricciante e ci mostra con molta chiarezza cosa sono capaci di fare queste persone. Posto il link preso da Facebook. Io leggerei anche i commenti sotto e darei una occhiata ai “mi piace”
    https://www.facebook.com/video.php?v=10152518697961746

  2. “Il rettore della grande moschea di Parigi Dalil Boubakeur condanna a nome di tutti i musulmani l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo”

    eh no caro Boubakeur tu condanni l’attentato a tuo nome, e solo a tuo nome.
    a Parigi abbiamo visto le piazze piene, in massa a mille, – incendiare fianco delle sinagoghe – quando si contestava pochi mesi orsono a favore della Palestina “libera”, o per essere più precisi abbiamo visto le piazze di Parigi pieni di strani individui che rivendicavano come propri confini quelli precedenti alla guerra dei Sei Giorni del 1967 come se qualcuno avesse chiesto ad Egitto Giordania e Siria di coalizzarsi per provare a radere al suolo Israele e poi prenderle nelle orecchie.

    Sempre a Parigi abbiamo anche visto le stesse piazze, le stesse strade, vuote pochi mesi dopo quando iniziò l’incubo ISIS, oppure se vuole caro Boubakeur le ricordo che l’unica manifestazione contro quest’ultimo gruppo fondamentalista ha raccolto in strada, sempre per restare nella capitale francese, si e no cinquecento partecipanti.

    Pochini non trova?

    Lei parli per se e faccia poca demagogia. Il silenzio dei suoi fratelli dice già più di quel che basta.

  3. Si tratta di una tragedia da tempo annunciata.
    La responsabilità risiede – oltre che negli assassini islamici- nelle autorità francesi che avevano smesso di proteggere la redazione del settimanale.
    Un’ ulteriore responsabilità risiede nella stupidità e nella fatuità del dibattito “culturale” francese, che si interroga se sia il caso che uno scrittore scriva un romanzo sulla fine prossima ventura della Francia laica e illuminista conquistata in modo”indolore” dall’Islam.
    Ma risiede anche nella autocensura editoriale in uso già da tempo in Francia che porta al licenziamento da una rete televisiva di un giornalista molto seguito che si interrogava sulla incompatibilità degli islamici con la democrazia.
    E si domandava anche come si sarebbe potuto espellere in futuro dalla Francia milioni di musulmani.
    Non per cattiveria , ma per necessità.
    Questi comportamenti che portano a considerare criminale o provocatorio l’uso dell’intelligenza e della previsione fondata, hanno contribuito ad isolare nel senso più totale i coraggiosi giornalisti e vignettisti del settimanale Charlie Hebdo e a consegnarli al boia islamico.
    Il Presidente Hollande ha fatto appello all’unità nazionale.
    Quale ” unità nazionale”? viene da domandarsi
    Adesso migliaia di francesi dimostrano in silenzio con le matite in mano e vari simboli.
    Forse non si interrogano se il silenzio sia il metodo migliore per protestare contro chi li vuole ridurre al silenzio e alla paura.
    Adesso vedremo anche se tutti i giornali di Francia e di Europa ripubblicheranno tutte le vignette di Charlie Hebdo nei prossimi giorni in segno di dignità.
    Da quelli italiani c’é poco da aspettarsi.
    A cadaveri ancora caldi, una vispa teresa di Rai news 24 domandava ad una consulente culturale italiana residente a Parigi se per caso il romanzo di Houellebecq poteva avere esasperato qualche islamico.
    La domanda era particolarmente stupida ed ha avuto invece una risposta cortese.
    L’ “intelligente” direttrice Maggioni poco più di un’ora fa affermava che era “impensabile ” che potesse accadere quello che é accaduto.
    Su tg com 24 di un’ora fa il conduttore ha introdotto il fatto parlando di attentato terroristico : la parola “islamico” è già sparita.
    Vedremo in seguito.

  4. Penso che si arrivato il momento di chiedere ai musulmani se loro si sentono parte del nostro mondo oppure vogliono semplicemente assimilarci. Se loro si sentono parte di questo mondo allora voglio vedere condanne vere, non ipocrite, condanne che non abbiano interpretazioni dell’islam. Non ci sono diversi islam, ce n’è uno solo.
    Dice bene Bianca quando afferma che è un attentato altamente simbolico per RIBADIRE che l’islam non è criticabile. Scusate ma questo non è il nostro mondo. Nel nostro mondo la libertà di opinione e quindi di critica è sacra e la dobbiamo difendere a ogni costo.

  5. L’Islam non è una religione di pace, deve essere condannato fermamente anche dall’ottimo papa Francesco. Nel Corano si afferma “Nessuno può togliere la vita a un innocente” e i musulmani citano questo versetto per affermare che Maometto sosteneva la pace, ma il problema è : chi ha diritto di ritenere qualcuno innocente o colpevole, e sula base di che cosa? Gli islamisti ritengono che l’apostata sia colpevole e di aver diritto ad ammazzarlo. Dovremmo ribadire la nostra alterityà culturale illuminista rispetto a questi deficienti.

  6. Per me il problema principale è non tanto o non solo la bestialità primordiale degli islamisti quanto il gran numero di occidentali “collaborazionisti”, questi ultimi assai ben rappresentati nei posti di potere, di cui la signora Boldrini è un esempio paradigmatico. E’ il cretinismo di questa gente, quelli che ci spiegano che no, i mozzateste guerrasantieri nulla hanno a che fare con l’islam, a seppellire qualunque ipotesi di risposta adeguata.

  7. Io sono Albanese e sono cristiano da quando San Paulo ci converti. Per tutti i moralisti europei che vedono nell’islam una religione di pace e di convivenza vi dico di vedere il mio sacro paese, prova dell’odio islamico contro i cristiani. 434 anni gli ottomani ci hanno masacrato e convertiti con la spada. Un dittatore musulmano (Hoxha) a oltrepassato Aushwic con le barbarie contro i poveri, patrioti e colti francescani e gesuiti che davanti alla fucilazione al l’ultima frase concessa, la spendevano gridando viva l’Albania e viva Cristo RE. I musulmani si servono del mania di perssecuzione ma mai chiedono perdono del male che infieriscono. Vedete gli terroristi dell’ ISIS provenienti dagli nostri territori che invece di mostrare riconoscimento verso la NATO che gli ha liberati dagli soprusi degli slavi serbi mostrano odio contro l’occidente.
    Non amaregatevi per l’islam ma fate una crociata inteletuale difondendo la verita contro il male e contro il grande ingano che si chiama corano.

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