E’ incredibile come nel 2019 in Europa, nella “civile” Europa, non vi sia più un luogo di culto ebraico che non debba essere presidiato dalle forze di polizia per essere protetto dagli attacchi di matrice antisemita.
L’ultimo brutale attacco è avvenuto ieri in Svezia dove una donna ebrea di 60 anni, segretario della comunità ebraica di Helsingborg, è stata accoltellata nove volte prima di essere lasciata a terra quasi in fin di vita.
Quello di ieri è solo l’ultimo di una lunga sequela di attacchi antisemiti in Svezia, attacchi portati sia da elementi di estrema destra e di estrema sinistra che da elementi musulmani, tutti uniti dall’odio verso l’ebreo.
C’è una strana congiuntura in Europa tra movimenti di estrema sinistra, di estrema destra e movimenti islamisti che nei fatti non è spiegabile con ragioni politiche ma che si può spiegare solo con l’unica cosa che unisce questi tre elementi altrimenti antitetici: l’antisemitismo.
Questo problema è stato trascurato per troppo tempo, quasi messo in una angolo, quando invece è uno dei peggiori sintomi di una degradazione ormai incancrenita che riguarda un po’ tutto il cosiddetto “mondo civile”, un problema che supera le divisioni politiche e religiose.
Il fatto che gli attacchi antisemiti avvengano con maggior frequenza laddove la presenza islamica è maggiore e dove l’Islam è più tollerato non è un semplice caso. E’ un dato di fatto che deve far riflettere. Ma evitare di parlare anche dei movimenti di estrema destra e di estrema sinistra sarebbe un errore.
Svezia, Gran Bretagna e Francia sono i tre paesi dove maggiormente si possono vedere gli effetti di questa strana congiuntura fascio-comunista-islamista. E non è un caso che proprio questi tre paesi siano quelli dove la presenza islamica è maggiore e dove è maggiore l’autonomia di azione concessa alle “comunità islamiche”.
Le manifestazioni anti-ebraiche e anti-israeliane sono frequenti e alimentano un odio quasi viscerale verso tutto ciò che è ebraico. E’ in questi Paesi che movimenti come il BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) trovano terreno fertile per alimentare l’odio antisemita.
Se a tutto questo aggiungiamo che anche importanti personaggi politici hanno fatto dell’antisemitismo quasi un’arma elettorale, il cerchio intorno agli ebrei è completo.
E’ molto importante aprire una riflessione su quanto sta accadendo in Europa, smettendola di sminuire gli ormai sempre più frequenti attacchi antisemiti e soprattutto smettendola di non affrontare il problema come “un problema politico”.
Ci stiamo avvicinando a grandi passi alle elezioni europee, cioè al più grande appuntamento elettorale continentale, e di questo problema non se ne sente minimamente parlare quando invece rappresenta un segnale bruttissimo che non dovrebbe essere sottovalutato dalla politica come accadde nel secolo scorso.
Dobbiamo ragionare su quanto “aperta” deve essere questa Europa, se vale veramente la pena concedere Diritti quando quegli stessi Diritti vengono abusati per ledere Diritti altrui.
La fuga di massa degli ebrei da questa Europa a causa del sempre crescente antisemitismo, l’impossibilità per gli ebrei europei di mostrare la propria fede anche solo indossando simboli ebraici, sono fatti che non possono e non devono essere sottovalutati come fatto fino ad ora.
Ma è la politica che deve ergere paletti. E se le leggi vigenti non bastano o sono sbagliate, vanno adeguate, anche se in realtà non credo che vi sia una mancanza nelle legislazioni quanto piuttosto si nota una “fatale leggerezza” nel farle rispettare, specie quando si tratta di parlare di islamismo antisemita.
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