Alcune domande scomode sulla Palestina su cui riflettere

30 Dicembre 2015
domande sulla palestina

Riproponiamo questo pezzo non nostro sulla Palestina (ma ignoriamo l’autore altrimenti lo avremmo citato) pubblicato a suo tempo sul nostro forum che però ora non è più disponibile. Buona lettura e buona riflessione.

Egregio signore/a, sarebbe così gentile da rispondere a qualche domanda? Se lei è così sicuro che la “Palestina” sia stata fondata molti secoli fa, ben prima della presenza degli ebrei e abbia lasciato tracce nella storia, beni culturali da conservare, eredità da difendere, certamente lei sarà in grado di rispondere alle seguenti domande:

Quando è stata fondata e da chi?
Quali erano i suoi confini?
Qual era la sua capitale?
Quali erano le sue città più importanti?
Qual era la base della sua economia?
Qual era la sua forma di governo?
Può citare almeno un leader palestinese prima di Arafat e di Amin Al Husseini, il muftì di Gerusalemme amico di Hitler?

La “Palestina” è stata mai riconosciuta da un paese la cui esistenza a quel tempo non lascia spazio a discussioni?
Qual era la lingua parlata nello stato di Palestina prima degli ebrei?
Avevano un sistema politico? Il loro sovrano portava un titolo? C’era un parlamento o un consiglio? Hanno combattuto delle battaglie?
C’è un qualche libro palestinese prima del Novecento? Può nominare uno scrittore palestinese, un pittore, uno scultore, un musicista, un architetto palestinese prima di tale data?

Esiste un piatto tipico palestinese, che lei sappia? Un costume caratteristico?
Che religione aveva la Palestina prima di Maometto?
Qual era il nome della sua moneta? Ne esistono degli esemplari in qualche museo?
Scelga pure una data nel passato anche recente e ci dica: qual era il tasso di cambio della moneta palestinese nei confronti del dollaro, yen, franco, ecc.?
Poiché questo paese oggi non esiste, può spiegare la ragione per cui ha cessato di esistere? E può specificarne la data di estinzione?
Se la sua organizzazione piange per il destino dei poveri palestinesi “occupati”, mi può dire quando questo paese era orgoglioso e indipendente?
Se le persone che, a torto o a ragione, chiamate palestinesi non sono solo una collezione di immigrati dai paesi arabi e se davvero hanno una identità definita etnica che assicura il diritto di autodeterminazione, mi sa spiegare perché non hanno cercato di essere indipendenti dai paesi arabi prima della devastante sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni? Perché datano l’”occupazione” dal ’67, se prima i “territori palestinesi” erano governati da stati “non palestinesi” come l’Egitto e la Giordania?

Le ho fatto tante domande, mi auguro che potrà rispondere almeno a qualcuna. Finisco solo con una nota: spero che lei non confonda i palestinesi con i Filistei, che erano una popolazione marittima di lingua indeoeuropea (i popoli del mare) che fecero un’invasione in terra d’Israele, come anche in Egitto e nell’attuale Libano verso il nono secolo a.C. Il solo rapporto è l’invenzione romana che dopo la distruzione del Tempio, nel I secolo, ribattezzò quelle terre per spregio con il nome di un antico nemico dei ribelli ebrei. L’etimologia non è storia.

Altre domande scomode
Come mai non è nato uno Stato palestinese tra il ’48 e il ’67?
E poi un’altra domanda: come sono stati trattati i profughi palestinesi dai fratelli arabi prima e dopo il ’67, dopo ma anche prima sottolineo?
Conoscete gli orrori del “Settembre nero” in Giordania? Conoscete il ruolo della Siria nel massacro del campo di Tal el Zatar?
Ma soprattutto: sapete che se i palestinesi avessero accettato il piano di spartizione dell’Onu, oggi avremmo due popoli e due Stati? Non c’era bisogno di tante guerre e tanto spargimento di sangue se gli arabi e i palestinesi avessero accettato il diritto degli ebrei ad avere uno Stato. Questo pochi lo sanno. Pochi lo vogliono sapere.
E’ possibile che 20 anni dopo Oslo, miliardi di dollari, miliardi di euro, aiuti da tutto il mondo, compreso Israele, l’Autorità Palestinese non sia stata capace di costruire un solo ospedale moderno, una qualsiasi struttura e continui a piangere miseria? Questa è la domanda che molti si fanno, per “molti” intendo le persone pensanti, non certo i pacifisti filopalestinesi o i sinistri antisraeliani che continuano il boicottaggio contro Israele, accecati dall’odio e dalla loro criminale ideologia. Allora?
Qualcuno sa dirmi dove sono finiti i miliardi e perché l’ANP (per non parlare di Gaza) pullula di villone con piscina di proprietà dei capi e capetti palestinesi mentre non esiste un ospedale degno di questo nome, non esistono università se non quelle dove si allevano amorevolmente giovani fanatici destinati a diventare possibili terroristi, (es.: Bir Zeit)?
Qualcuno sa dirmi perché, letteralmente affogati, alla Paperon de’ Paperoni, nei miliardi che il mondo manda da decenni all’ANP, miliardi che avrebbero potuto ricoprire d’oro ogni casa palestinese e rendere ricco ogni singolo abitante, miliardi che avrebbero potuto costruire ospedali e atenei all’avanguardia, la popolazione palestinese vive male e chi ha bisogno di cure serie deve venire in Israele o andare in qualche altro paese disposto ad accoglierli e a curarli gratis?

Alcune persone dicono che gli arabi sono “nativi palestinesi”, mentre gli ebrei sono “invasori” e”colonizzatori”. Quindi, io ho letto le biografie dei leader israeliani e palestinesi e sono diventato confuso.
Ecco chi tra i leader israeliani e palestinesi è Nato il in Palestina:

Leaders israeliani:
BENJAMIN NETANYAHU, Nato il 21 ottobre 1949 a Tel Aviv.
EHUD BARAK, Nato il 12 febbraio 1942 a Mishmar HaSharon, Mandato britannico della Palestina.
ARIEL SHARON, Nato il 26 febbraio 1928 a Kfar Malal, Mandato britannico della Palestina.
EHUD OLMERT, Nato il 30 settembre 1945 a Binyamina-Giv’at Ada, Mandato britannico della Palestina.
ITZHAK RABIN, Nato il 1 March 1922 a Gerusalemme, Mandato britannico della Palestina.
ITZHAK NAVON, Presidente israeliano nel 1977-1982. Nato il 9 aprile 1921 a Gerusalemme, Mandato britannico della Palestina.
EZER WEIZMAN, Presidente israeliano nel 1993-2000. Nato il 15 giugno1924 a Tel Aviv, Mandato britannico della Palestina.

Leader arabi “palestinesi”:
YASSER ARAFAT, Nato il 24 agosto 1929 al Cairo, Egitto.
SAEB EREKAT, Nato il 28 Aprile 1955, in Giordania. Ha la cittadinanza giordana.
FAISAL ABDEL QADER AL-HUSSEINI, Nato il 1948 a Bagdad, Iraq.
SARI NUSSEIBEH, Nato il 1949 a Damasco, Siria.
MAHMOUD AL-ZAHAR, Nato il 1945 al Cairo, Egitto.

Quindi i leader israeliani, che sono nati in Palestina, sono colonizzatori o invasori.
Mentre i leader arabi palestinesi che sono nati in Egitto, Siria, Iraq e Tunisia sono nativi palestinesi????-

redazione

Le redazioni italiana e israeliana di Rights Reporter

5 Comments Lascia un commento

  1. io aggiungerei anche un’altra domanda
    gli ebrei in europarima del genocidio erano oltre 9 milioni dopo appena poco più di due
    i palestinesi nel 48 erano mezzo milione ora sono 4 milioni circa : dove è il genocidio [ che vorrebbe dire sterminio di una popolazione o di una etnia in base a qualche caratteristica fisica o culturale che condivide] ?? le risulta di altri popo;li che dopo essere stati assoggettati a genocidio per 60 anni circa sono pressochè decuplicati ??

  2. Questo è un insieme di vari pezzi che circolano da molti anni (la prima parte io l’ho pubblicata nel maggio del 2008 e portava come autore Yashiko Sagamori); poi, dato che queste cose hanno girato molto e sono complementari, qualcuno ha pensato bene di metterle insieme con qualche aggiunta per legarle e completarle.

  3. IL LIBANO E’ MORTO – VIVA IL LIBANO
    Non possiamo dimenticare che nel medio Oriente in generale e in quella area in particolare, il Libano e Israele sono gli unici paesi in cui si può considerare la democrazia compiuta, con elezioni a suffragio universale.
    Non possiamo dimenticare che nel parlamento libanese, composta da soli 128 deputati, sono rappresentate tutte le minoranze etniche e religiose: sunniti, sciiti, greco/ortodossi, drusi, alawiti greco/cattolici, armeni, armeno/cattolici, protestanti, cristiano maroniti, armeno/ortodossi.
    Non possiamo dimenticare che la Repubblica del Libano è stata per anni citata come esempio nel mondo intero per aver potuto realizzare la coesistenza pacifica di tutte differenti comunità religiose; non solo prima scuola di pensiero del Medio Oriente ma anche formatrice dell’élite intellettuale dei Paesi Arabi.
    Questa cultura non può e non ha mai voluto guerre.

    Oggi come allora, persone estranee alla cultura democratica del Libano, hanno provocato distruzione e morte.
    Allora, il fanatismo politico, mimetizzato da movimento pseudo libertario.
    Oggi il fanatismo religioso velato di fervente devozione.
    Entrambi fanatici criminali, hanno distrutto quello che altri, magari meno credenti ma certamente più operosi, hanno costruito in anni di lavoro.

    IL LIBANO E’ MORTO – VIVA IL LIBANO
    Anni or sono in tempi non sospetti, nella relazione scritta per presentazione il “Paese Libano”, inserimmo una frase di “Thomas Friedman”, allora il più noto “columnist” del New York Times, che diceva:
    . . . . . . . . . “ il Libano, libero dall’occupazione siriana e dai terroristi, è la chiave per la modernizzazione del mondo arabo. Nella capitale libanese, c’è una grande tradizione di democrazia ed una classe imprenditoriale che può trasformare la città nella Honk Hong del Medio Oriente e del Mediterraneo . . . . . ”

    Queste parole rimaste inascoltate, ancora oggi hanno per noi valore profetico perché siamo certi si avvereranno. E’ a queste parole che faremo riferimento, affinché nuove minoranze di criminali fanatici, prive di ogni valore sociale, non possano ripetere queste infamie, ne in Libano, ne in altre nazioni: Italia compresa.

    IL LIBANO E’ MORTO – VIVA IL LIBANO.

    Agosto 2006
    Valerio Marazzi

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