Aiuti ai palestinesi: DEM contro i tagli di Trump. E in Italia cosa decideranno?

12 Luglio 2018

Nove legislatori democratici hanno chiesto maggiore trasparenza e maggiori dettagli all’amministrazione Trump in merito al processo di revisione degli aiuti statunitensi all’Autorità Palestinese (AP) e alla Striscia di Gaza.

Con una lettera inviata ieri l’intera componente democratica della sottocommissione Affari esteri per il Medio Oriente della Camera ha chiesto a Trump di condividere con loro la “cronologia e le metriche” sulle quali si basa la decisione della Casa Bianca di tagliare in maniera consistente gli aiuti ai palestinesi.

Lo scorso gennaio l’Amministrazione Trump aveva deciso di congelare 65 milioni di dollari destinati alla UNRWA, l’agenzia per i finti profughi palestinesi. Dopo di che aveva annunciato una “attenta rivalutazione” anche degli aiuti alla Autorità Palestinese dopo che si era appurato che parte di quegli aiuti finivano nel pagamento di un vitalizio alle famiglie dei terroristi palestinesi che avevano compiuto attentati contro cittadini israeliani e persino contro cittadini americani tanto che nell’agosto dello scorso anno il Senato americano aveva approvato una legge denominata “Taylor Force Act” che tagliava considerevolmente gli aiuti ai palestinesi.

Secondo i legislatori democratici il taglio degli aiuti ai palestinesi, specie quelli alla UNRWA, favorirebbero Hamas in quanto colpirebbero particolarmente la fascia più povera e gli abitanti di Gaza portandoli all’esasperazione e quindi alla violenza. Per questo chiedono che in attesa che il processo di revisione sia terminato i fondi destinati alla UNRWA vengano scongelati. I democratici sostengono che il blocco degli aiuti ai palestinesi da parte della Amministrazione Trump ha un impatto devastante su 140.000 persone.

Italia: quale politica dal nuovo Governo nei confronti dei palestinesi?

E’ convinzione diffusa che il nuovo governo italiano, almeno nella componente leghista, sia più filo-israeliano dei governi precedenti. Personalmente ne dubito visto che alla prima occasione utile, quando all’Onu si emetteva l’ennesima risoluzione di condanna contro Israele, la delegazione italiana si asteneva esattamente come avveniva con i Governi precedenti. Qualcuno potrebbe dire che il nuovo Governo italiano era in carica da appena due settimane, ma è impensabile che l’ambasciatore italiano alle Nazioni Unite non si sia consultato con il Governo su come comportarsi nell’occasione. Ma diamo per buona l’ipotesi che essendosi appena insediato non avevano ancora una linea comune e che quindi abbiano scelto la via dell’astensione.

Ora però ci piacerebbe sapere quale politica seguirà il nuovo Governo italiano nei confronti dei palestinesi visto che ormai è acclarato che molti dei fondi destinati alla Autorità Palestinese e alla UNRWA finiscono per alimentare il terrorismo. La presenza di Manlio di Stefano (M5S) in qualità di sottosegretario al Ministero degli Esteri non ci lascia francamente molte speranze sul fatto che la politica italiana nei confronti dei palestinesi cambi, ma al momento a parte quell’unico episodio all’Onu non abbiamo parametri per poterla giudicare. Attendiamo quindi con ansia che il “Governo del cambiamento” batta un colpo.

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