«Miliardi di dollari occidentali destinati a potenziare l’istruzione e il ruolo delle donne afghane letteralmente buttati al vento. Oggi la situazione dei Diritti delle donne in Afghanistan è regredita ai tempi del regime talebano».
A Parlare in questo modo, a condizione di anonimato, è una attivista per i Diritti Umani afghana che ieri ha partecipato a un incontro con il Presidente afghano, Ashraf Ghani, durante il quale un gruppo di attivisti ha chiesto alla presidenza di esprimersi sulla vergognosa sentenza che ha graziato gli assassini di Farkhunda Malikzada, barbaramente massacrata perché ingiustamente accusata di aver bruciato un Corano. Il Presidente afghano si è rifiutato di esprimersi in qualsiasi modo scatenando le giuste proteste degli attivisti.
«Solo pochi giorni fa tre ragazzine che stavano andando a scuola sono state sfregiate con l’acido da due uomini in motocicletta» ci racconta l’attivista afghana. «L’attento alle ragazzine, l’ultimo di una lunga serie, è avvenuto in pieno centro di Herat, ma nessuno ha fatto nulla né per fermare i due uomini né per soccorrere le tre ragazzine. Ormai siamo alla totale impunità su qualsiasi violenza ai danni delle donne, esattamente com’era quando c’erano i talebani, forse addirittura peggio» conclude l’attivista. L’attacco alle tre ragazze è stato confermato a Rights Reporter dal capo della polizia di Herat, Abdul Majeed Rozi, il quale ha precisato che solo due delle ragazze sono state ricoverate ma che non sono in gravi condizioni. Abdul Majeed Rozi ha voluto precisare anche che le indagini per risalire agli autori dell’attentato sono in corso ma che incontrano la ferma resistenza a collaborare da parte dei cittadini di Herat.
«La cosa assurda è che questi attentati contro le ragazze che vogliono studiare aumentano continuamente e avvengono ormai praticamente con cadenza quotidiana – ci dice l’attivista afghana – ma nessuno fa nulla né per denunciarli né per impedirli. Il silenzio anche sui media è totale, come se fosse una cosa del tutto normale».
Da quando la coalizione internazionale ha abbandonato l’Afghanistan al proprio destino la situazione dei Diritti delle donne è velocemente deteriorata. Donne che non indossano il burqa vengono sistematicamente attaccate, spesso davanti agli occhi della polizia. Solo a Kabul si può ancora vedere qualcuno dei miglioramenti che si erano raggiunti durante i lunghi anni della occupazione occidentale, ma nel resto del Paese la situazione è drammatica. Quasi tutti i progetti volti a migliorare la situazione delle donne afghane sono stati chiusi. Miliardi di dollari buttati al vento.
Scritto da Sonia M.
Proprio ieri ho fatto copia-incolla di questo commento trovato in internet, lo giro anche a voi, perchè mi sembra un ottimo riassunto dei diritti delle donne musulmane, in particolare afghane:
“””Regole dei talebani per le donne afghane: Divieto totale di lavoro fuori casa, incluso l’insegnamento, la sanità, ecc.
Divieto totale di movimento fuori casa senza la presenza di un mehram (padre, fratello o marito).
Divieto di trattare con negozianti maschi.
Divieto di ricevere cure da medici maschi.
Divieto di istruzione in scuole, università o altre istituzioni.
Obbligo di indossare il burqa, un lungo velo che copre le donne da capo a piedi.
Fustigazione, percosse e insulti alle donne i cui abiti non corrispondono alle prescrizioni dei talebani, o alle donne non accompagnate dal mehram.
Fustigazione pubblica per le donne con le caviglie scoperte.
Lapidazione pubblica per le donne che hanno rapporti sessuali fuori dal matrimonio (molte coppie di amanti vengono lapidate a morte per questa legge).
Divieto dell’uso del trucco (a molte donne sono state amputate le dita perché avevano le unghie laccate).
Divieto di parlare o di dare la mano ad uomini che non siano mehram.
Divieto di ridere forte (nessun estraneo deve sentire la voce delle donne).
Divieto di portare i tacchi alti, in quanto è proibito sentire il suono dei passi di una donna.
Divieto di prendere il taxi senza un mehram.
Divieto di apparire alla televisione, alla radio o in qualsiasi riunione.
Divieto di praticare sport o entrare in una palestra o centro sportivo.
Divieto di portare biciclette e moto anche in presenza del mehram.
Divieto di indossare abiti a colori vivaci (nelle loro parole, “colori sessualmente attraenti”).
Divieto di riunione anche in occasione di feste o per scopo ricreativo.
Divieto di lavare i panni accanto ai fiumi o in luoghi pubblici.
Tutti i nomi con la parola “donna” sono stati cambiati. Per esempio, il “giardino delle donne” è diventato il “giardino della fonte”.
Divieto di apparire al balcone delle case e degli appartamenti.
Obbligo di oscurare le finestre in modo che le donne non possano essere viste dall’esterno.
Divieto per i sarti maschi di prendere le misure o cucire abiti da donna.
Divieto dell’uso dei bagni pubblici per le donne.
Gli autobus sono segregati, per uomini e donne; divieto per uomini e donne di viaggiare sullo stesso autobus.
Divieto di indossare vesti con maniche larghe anche sotto il velo.
Divieto di farsi fotografare o filmare.
Divieto di riprodurre immagini di donne su giornali e libri, o di esporle nelle case e nei negozi.
Divieto a tutti, uomini e donne, di ascoltare musica.
Divieto a tutti di guardare film, televisione e video. “””
Leggiamo il PREAMBOLO dello statuto dell’onu e poi chiediamoci come mai i paesi islamici fanno parte dell’onu pur non condividendo neppure il preambolo dello Statuto.
*****Statuto delle Nazioni Unite -San Francisco, 26 giugno 1945-
Preambolo
NOI, POPOLI DELLE NAZIONI UNITE, DECISI
a SALVARE le future generazioni dal flagello della GUERRA, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità,
a riaffermare la fede nei DIRITTI FONDAMENTALI dell’UOMO, nella DIGNITA’ e nel VALORE della PERSONA umana, nella EGUAGLIANZA dei DIRITTI degli UOMINI e delle DONNE……*******
E’ una vera indecente ipocrisia continuare a far parte dell’onu insieme ai paesi musulmani.
Concordo in pieno sull’onu