Il Presidente della Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, alias Abu Mazen, ha minacciato ieri di tagliare ogni tipo di rapporto di collaborazione con gli Stati Uniti a causa delle ultime decisioni prese dal Presidente americano, Donald Trump.
Fonti palestinesi hanno riferito a RR di un Abu Mazen letteralmente furibondo dopo che ieri l’Amministrazione americana ha annunciato anche la chiusura della sede della OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) a Washington, una decisione che arriva dopo che nelle scorse settimane gli Stati Uniti avevano annunciato il taglio degli aiuti alla UNRWA e alla Autorità Palestinese.
A confermare la rabbia di Abu Mazen c’è anche una dichiarazione di un alto rappresentante palestinese al canale israeliano Channel 10, il quale riportando le parole del leader palestinese ha affermato che «Trump è diventato un nemico del popolo palestinese e un nemico della pace. Il presidente americano con le sue politiche sta incoraggiando il terrore e l’estremismo che potrebbero portare alla violenza nella regione, una violenza che esploderà in faccia di Israele e Stati Uniti».
Abu Mazen minaccia anche di tagliare la collaborazione per la sicurezza sia con Israele che con gli Stati Uniti, una collaborazione che oggettivamente in Giudea e Samaria sta funzionando abbastanza bene e che ha arginato l’espansione di Hamas in quei territori.
Ieri l’Amministrazione Trump aveva annunciato la chiusura della sede di Washington della OLP come una sorta di “ritorsione” nei confronti di Abu Mazen, che è anche a capo dell’organizzazione palestinese. «La leadership della OLP ha condannato il piano di pace statunitense senza averlo ancora letto e per questo si rifiuta di interagire con la Casa Bianca» ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauer, nell’annunciare la decisione americana di chiudere la sede della OLP a Washington. «Non fanno nessuno sforzo per raggiungere la pace» aveva poi aggiunto la Nauer.
La decisione americana di chiudere la sede della OLP a Washington ha ottenuto il plauso israeliano. «Israele sostiene le azioni americane volte a chiarire ai palestinesi che è sbagliato rifiutare di trattare per la pace e tentare addirittura di attaccare Israele nelle istituzioni internazionali» ha detto Netanyahu commentando l’ultima decisione di Trump.
A stretto giro di posta gli ha risposto il nuovo inviato palestinese a Washington, Husam Zumlot, il quale ha accusato Trump di «aver eseguito ciecamente la lista dei desideri di Israele».