Israele e paesi arabi allo stesso tavolo, sia di trattativa che puramente conviviale, non si erano mai visti. C’è voluta la conferenza di Varsavia sul il Medio Oriente per vedere arabi e israeliani “spezzare il pane insieme”, per usare una frase del Vice Presidente degli Stati Uniti Mike Pence.
«Stasera credo che stiamo iniziando una nuova era, con il Primo Ministro Netanyahu dello Stato di Israele, con leader del Bahrein, dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, tutti insieme a rompere il pane e a condividere prospettive oneste sulle sfide da affrontare in Medio Oriente» ha detto Pence nel suo discorso di apertura.
La conferenza di Varsavia sul Medio Oriente, due giorni di discussioni ad ampio raggio organizzata inizialmente con lo scopo di discutere sull’espansionismo iraniano, si è ben presto trasformata in un manifesto vivente delle nuove relazioni tra Israele e paesi arabi.
Era dalla conferenza di pace di Madrid del 1991, che ha dato il via agli importanti accordi di Oslo tra israeliani e palestinesi, che Israele e paesi arabi non si parlavano così apertamente.
«La Polonia e gli Stati Uniti accolgono con favore il simbolo esteriore rappresentato da questo incontro, un simbolo di cooperazione e un segno di speranza per un futuro più luminoso che attende le nazioni in tutto il Medio Oriente», ha detto Pence introducendo la conferenza.
«Dobbiamo riconoscere che insieme siamo più forti di quanto non lo saremmo mai da separati» ha poi concluso il vice presidente americano.
Al di la dei patetici tentativi di un certo tipo di stampa volti a sminuire la valenza non solo simbolica della conferenza di Varsavia, siamo di fronte a un fatto storico e per questo osteggiato apertamente da Iran, Russia, Turchia e naturalmente dai palestinesi che hanno definito questa importantissima conferenza come «uno sforzo da parte degli Stati Uniti per far avanzare le posizioni anti-palestinesi».
Netanyahu ha ringraziato prima di tutto l’Oman che ha aperto la strada a un miglioramento dei rapporti tra Israele e paesi arabi, poi rivolto al resto dei rappresentanti arabi presenti li ha ringraziati per «questa politica lungimirante e positiva che può portare a pace e prosperità per tutti».
A Netanyahu ha fatto eco il ministro degli esteri dell’Oman, Yusuf bin Alawi bin Abdullah, il quale rivolto ai presenti ha detto che «in effetti, questa è una nuova e importante visione per il futuro» aggiungendo che «le persone in Medio Oriente hanno sofferto molto perché sono state bloccate nel passato. Questa è una nuova era per il futuro e per la prosperità di tutte le nazioni».
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