A chi conviene un accordo per il cessate il fuoco a Gaza?

Non riesco a capire perché si chieda la resa di Israele e non quella di Hamas
by 15 Agosto 2024
Accordo cessate il fuoco a Gaza

Oggi è il giorno cruciale. In Qatar (la location è segreta) si cerca un accordo per il cessate il fuoco a Gaza che convinca tutte le parti in causa.

TUTTE LE PARTI IN CAUSA. Solo questo dovrebbe far capire che non ci sono solo DUE parti in causa, cioè Israele e Hamas, ma che le parti in causa sono molteplici e non è azzardato dire che un accordo per il cessate il fuoco a Gaza convenga principalmente a tutti fuorché a Israele.

(1) Gli Stati Uniti: sono la parte in causa più importante. Pur non essendo in discussione il sostegno a Israele, gli Stati Uniti devono guardare anche alla loro politica interna che, specialmente nel campo Democratico, non è sempre a favore di Israele. Ne viene fuori un patetico teatrino da parte della Amministrazione Biden che se non fosse così pericoloso sarebbe divertente. Il Presidente Biden – e di riflesso la candidata DEM Kamala Harris – hanno tantissimo da guadagnare da un accordo per il cessate il fuoco a Gaza e lo spingono con tutte le loro forze, anche a costo di fare un accordo disastroso per Israele. Il JCPOA punto due.

(2) L’Iran: e la seconda parte in causa più importante, poco sotto agli Stati Uniti. Nonostante abbiano dato il via alla guerra tra Israele e Hamas, favorendo il massacro del 7 ottobre, e nonostante sostengano di voler attaccare Israele per l’eliminazione di Ismail Haniyeh, in realtà si sono accorti di aver fatto gli sbruffoni un po’ troppo presto. Non possono attaccare Israele perché non hanno ancora la bomba (ma sono lì) e perché sanno che la risposta di Gerusalemme sarebbe devastante, sia per il loro programma nucleare che per la loro economia (e non è detta che non spinga una rivolta interna), ma non possono nemmeno tirarsi indietro dopo tutte le sparate che hanno fatto. Un accordo per il cessate il fuoco a Gaza permetterebbe agli Ayatollah di non attaccare Israele e farebbe credere a milioni di musulmani che il merito di tutto sia iraniano. È l’unica via d’uscita che hanno.

(3) Erdogan (la Turchia): la salvezza di Hamas e la sua uscita dall’orbita iraniana è l’obiettivo principale della Fratellanza Musulmana di cui Erdogan è il capo indiscusso. Il palese passaggio dei terroristi di Gaza sotto l’ombrello iraniano ha fatto alterare non poco il rais turco. Oggi come oggi l’unico modo per salvare Hamas è un accordo per il cessate il fuoco a Gaza, e in mezzo alle minacce verso Israele, Erdogan è sempre stato tra il principale sponsor di tale accordo. Anche oggi la Turchia è in Qatar e si è opposta fermamente alla partecipazione iraniana ai colloqui. In caso di accordo si prenderebbero tutto il merito lasciando Erdogan con un pugno di mosche.

(4) L’Egitto: incredibilmente al Cairo ritengono che il loro confine con Gaza sia più sicuro se dall’altra parte ci sono i terroristi di Hamas e non Israele. In tutta onestà non riesco a spiegare questo atteggiamento egiziano se non con un calcolo di interessi. Per anni gli egiziani hanno chiuso gli occhi mentre dal loro confine entravano a Gaza migliaia di missili e milioni di tonnellate di cemento che hanno permesso ad Hamas di creare la cosiddetta “metropolitana di Gaza”. Chi o cosa ci ha guadagnato non mi è dato sapere. Sono quasi convinto che dietro ci sia un accordo sulla sicurezza. P.S. L’Egitto considera Hamas un gruppo terrorista.   

(5) Hamas (Yahya Sinwar): poi ci sono loro, i terroristi di Hamas. Yahya Sinwar è già un eroe per quasi tutto il mondo islamico, se riuscisse a sopravvivere e ad ottenere un cessate il fuoco a Gaza che farebbe sopravvivere anche Hamas, diverrebbe colui che per primo ha sconfitto Israele. Per lui, al di là delle stupidaggini sui social, il cessate il fuoco è questione di vita o di morte.

Poi ci sarebbe Israele, o meglio, ci dovrebbe essere Israele. Per Gerusalemme un cessate il fuoco a Gaza deve essere temporaneo e unicamente finalizzato alla liberazione degli ostaggi.

Perché Israele non è nella lista? Perché strategicamente per Gerusalemme un simile accordo equivarrebbe ad una sconfitta e quindi – contrariamente a tutti gli altri – non è nel suo interesse farlo se non (come detto) in forma temporanea e finalizzato al rilascio dei pochi ostaggi rimasti in vita.

Ciò detto, rimango ancora sbalordito dal fatto che nessuno, tra i tanti sostenitori della pace, abbia chiesto la resa di Hamas per porre fine a conflitto. Sembra quasi che ci sia l’interesse affinché Hamas sopravviva. In compenso, chiedendo un accordo per il cessate il fuoco a Gaza, chiedono di fatto la resa di Israele. Valli a capire certi pacifisti.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter