Dopo oltre diciotto mesi di guerra, Hamas mostra segnali di difficoltà finanziarie che potrebbero aggravarsi e potenzialmente destabilizzare l’organizzazione. Secondo un articolo del 16 aprile pubblicato dal Wall Street Journal, Hamas non è stata in grado di pagare i suoi combattenti a causa delle operazioni israeliane contro l’infrastruttura finanziaria del gruppo.
Il rapporto è significativo perché risorse finanziarie adeguate sono essenziali per la capacità di Hamas di mantenere la propria capacità operativa. In questo contesto, gli sforzi mirati di Israele per paralizzare l’infrastruttura finanziaria di Hamas potrebbero rivelarsi più dannosi per la sostenibilità a lungo termine del gruppo rispetto all’eliminazione dei suoi comandanti, dei suoi uomini o delle sue risorse militari.
Diversi episodi accaduti durante la guerra illustrano gli sforzi di Israele per minare l’infrastruttura finanziaria di Hamas. Il 19 dicembre 2023, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) e l’agenzia di intelligence Shin Bet hanno annunciato di aver eliminato Subhi Ferwana, un importante finanziatore di Hamas, responsabile del trasferimento di decine di milioni di dollari al gruppo.
Le IDF hanno affermato che Ferwana e suo fratello gestivano la società di cambio valuta Hamsat, che negli ultimi anni ha svolto il ruolo di canale finanziario per Hamas. Nei primi mesi del conflitto, Ferwana ha facilitato ingenti trasferimenti di fondi a sostegno delle capacità militari del gruppo, tra cui il pagamento degli stipendi dei combattenti e il finanziamento di attività legate alla guerra.
Hamas fa affidamento su questi finanziatori per canalizzare fondi dall’Iran e da altre fonti internazionali, utilizzando metodi di riciclaggio di denaro e di compensazione per eludere i sistemi di monitoraggio finanziario globali. L’eliminazione di Ferwana ha rappresentato un duro colpo per l’infrastruttura finanziaria di Hamas e la sua capacità di sostenere le operazioni militari.
Un altro esempio che illustra il ruolo cruciale dei cambiavalute di Gaza nel finanziamento di Hamas si è verificato il 4 aprile, quando l’IDF e lo Shin Bet hanno annunciato che un attacco aereo mirato nell’area di Gaza City aveva eliminato Saeed Ahmad Abed Khudari, figura centrale nella rete finanziaria di Hamas. Khudari operava come cambiavalute e guidava la Al Wefaq Company, che Israele aveva designato come organizzazione terroristica a causa del suo ruolo nel convogliare fondi verso gruppi terroristici.
Secondo l’IDF Khudari ha svolto un ruolo centrale nel facilitare i trasferimenti finanziari alla cosiddetta ala militare di Hamas, in particolare dopo il massacro del 7 ottobre. Le sue attività si sono intensificate in seguito all’eliminazione da parte di Israele di suo fratello, Hamed Khudari, che in precedenza fungeva da canale finanziario per le operazioni militari di Hamas.
Oltre alla morte del fratello, c’erano segnali d’allarme che indicavano che Israele avesse identificato Saeed come un potenziale bersaglio prima della sua eliminazione. Il 29 settembre 2023, il sito di notizie israeliano Walla ha implicato Saeed e altri palestinesi in uno schema finanziario che prevedeva il trasferimento di fondi iraniani a gruppi armati in Cisgiordania. L’articolo ha indicato la Al Wefaq Company, presso cui Saeed lavorava, come un’entità utilizzata da Hamas per trasferire fondi destinati al terrorismo in Cisgiordania.
Separatamente, Hamas ha rapinato banche per assicurarsi i fondi necessari alle sue operazioni. Secondo le accuse mosse dalle IDF, Hamas ha orchestrato il furto di centinaia di milioni di shekel dalle banche di Gaza City nel febbraio 2024. Il gruppo ha riconosciuto l’imminente prospettarsi di una guerra prolungata con Israele, nonché la necessità di assicurarsi risorse finanziarie per sostenere le proprie operazioni durante il conflitto più intenso della sua storia. L’onere economico di Hamas è significativo, con migliaia di combattenti che ricevono stipendi mensili medi tra i 200 e i 300 dollari.
Inoltre, il flusso di entrate di Hamas derivante dallo smistamento degli aiuti umanitari è diminuito considerevolmente in seguito alla decisione di Israele di interrompere l’assistenza umanitaria a Gaza, una misura adottata in risposta al rifiuto di Hamas di accettare un cessate il fuoco proposto dall’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente Steve Witkoff.
I funzionari di Hamas non hanno pubblicamente riconosciuto alcun segno di difficoltà finanziarie. Ciononostante, il gruppo pubblica regolarmente messaggi sui social media per sollecitare donazioni a sostegno delle sue attività.
Il deterioramento della situazione finanziaria di Hamas rappresenta un vantaggio strategico per Israele, in quanto intensifica la pressione militare sul gruppo. Se a ciò si aggiunge il crescente dissenso pubblico e le proteste contro Hamas da parte di alcuni palestinesi nella Striscia di Gaza, Israele potrebbe essere in grado di sfruttare le vulnerabilità emergenti del gruppo.