Secondo due fonti occidentali e due iraniane riprese dal New York Times, un’arma israeliana impiegata venerdì nell’attacco di rappresaglia contro l’Iran ha danneggiato un sistema di difesa che aveva lo scopo di rilevare e distruggere le minacce aeree vicino a Nantaz, una città dell’Iran centrale fondamentale per il programma segreto di armi nucleari del Paese.
L’attacco, secondo le fonti occidentali, è stato studiato appositamente per trasmettere all’Iran il messaggio che Israele può aggirare i sistemi di difesa iraniani senza essere individuato e paralizzarli, utilizzando una frazione della potenza di fuoco che l’Iran ha dispiegato la settimana scorsa quando ha lanciato centinaia di droni e missili contro Israele. L’attacco iraniano, intercettato da Israele e dai suoi alleati, ha causato danni minimi.
I due funzionari iraniani hanno detto che l’arma ha colpito un sistema antiaereo S-300 in una base militare nella vicina provincia di Isfahan. Il resoconto dei funzionari è supportato da immagini satellitari che hanno mostrato danni al radar di un sistema S-300 presso l’ottava base aerea di Shekari a Isfahan.
Non è chiaro che tipo di arma abbia colpito il sistema di difesa aerea iraniano. Tre funzionari occidentali e due iraniani hanno confermato venerdì che Israele ha impiegato droni aerei e almeno un missile sparato da un aereo da guerra.
Il missile, secondo due funzionari occidentali, è stato lanciato da un aereo da guerra lontano dallo spazio aereo israeliano o iraniano e includeva una tecnologia che gli ha permesso di eludere le difese radar dell’Iran. Né il missile né l’aereo che lo ha lanciato sono entrati nello spazio aereo giordano, hanno detto i funzionari occidentali, un gesto volto a tenere il regno fuori dal conflitto dopo aver contribuito ad abbattere le armi iraniane la settimana scorsa.
Le tensioni tra Iran e Israele, da sempre nemici, sono aumentate questo mese con una serie di attacchi. Il 1° aprile, aerei da guerra israeliani hanno colpito un edificio dell’ambasciata iraniana a Damasco, uccidendo diversi comandanti delle forze armate iraniane. L’Iran si è vendicato lo scorso fine settimana, sparando una grande salva di armi contro Israele, quasi tutte intercettate.
Secondo le fonti occidentali, Israele ha abbandonato un piano precedente che prevedeva di rispondere all’Iran con un attacco su larga scala. Quel piano è stato sostituito da un attacco che intendeva inviare un messaggio silenzioso ma decisivo, con l’obiettivo di porre fine al ciclo di rappresaglie.
L’uso da parte di Israele di droni lanciati dall’interno dell’Iran e di un missile che non è stato in grado di rilevare, secondo le fonti occidentali, aveva lo scopo di dare all’Iran un assaggio di ciò che potrebbe essere un attacco su larga scala. L’attacco è stato calibrato per far sì che in futuro l’Iran ci pensasse due volte prima di lanciare un attacco diretto a Israele.
I funzionari iraniani e israeliani si sono astenuti dal parlare pubblicamente dell’attacco di venerdì, una mossa che è sembrata volta a stemperare un conflitto che alcuni temono possa trasformarsi in una guerra regionale più ampia. Il silenzio di Israele sull’attacco, ha detto un funzionario iraniano, avrebbe permesso a Teheran di trattare l’attacco come i precedenti attacchi clandestini nella lunga guerra ombra tra i due Paesi, senza provocare una risposta immediata.
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