Da Hassan Rouhani a Ebrahim Raisi. Cosa cambia nella corsa alla bomba

16 Luglio 2021

Gli Ayatollah accelerano decisamente verso la bomba. A farlo intendere senza tanti giri di parole e il Presidente uscente Hassan Rouhani.

Rouhani si è lamentato anche del fatto che la guida suprema, il grande Ayatollah Ali Khamenei, non gli ha permesso di concludere un accordo con gli Stati Uniti per il ripristino del JCPOA, l’accordo sul nucleare iraniano.

«Hanno tolto a questo governo l’opportunità di raggiungere un accordo» ha detto Rouhani con riferimento alla guida suprema che ha sempre l’ultima parola su tutto. «Siamo profondamente dispiaciuti di aver perso questa opportunità» ha infine affermato.

Ma andiamo con calma. Prima il quasi ex Presidente iraniano ha detto che l’Iran potrebbe arricchire facilmente l’uranio fino al 90%, cioè adatto per essere impiegato per costruire una bomba atomica.

«L’Organizzazione per l’energia atomica iraniana può arricchire l’uranio del 20% e del 60% e se un giorno ne avremo bisogno, può arricchire l’uranio fino al 90% di purezza» ha detto Rouhani ripreso dai media statali iraniani.

L’accordo sul nucleare iraniano limitava la purezza fissile a cui Teheran poteva raffinare l’uranio al 3,67%, ben al di sotto del 20% raggiunto anche dopo aver firmato il patto e molto al di sotto del 90% adatto per un’arma nucleare. L’Iran attualmente arricchisce l’uranio la 60%.

L’Iran non ha mai rispettato l’accordo raggiunto con Barack Obama e Federica Mogherini, per questo l’ex Presidente americano Donald Trump decise di uscirne.

Da Hassan Rouhani a Ebrahim Raisi. Cosa cambia?

ebrahim raisi
Il prossimo Presidente iraniano, Ebrahim Raisi

Il prossimo 5 agosto Ebrahim Raisi subentrerà ad Hassan Rouhani. Chi sia Ebrahim Raisi lo abbiamo spiegato appena saputo della sua elezione. È un serial killer fanatico vicino alle posizioni dei Guardiani della Rivoluzione e della guida suprema.

Questo cambia di molto la situazione dei colloqui di Vienna attraverso i quali gli Stati Uniti volevano riattivare il JCPOA.

Innanzi tutto Raisi ha deciso di cambiare completamente la squadra dei cosiddetti “mediatori” tranne il principale negoziatore, Abbas Araqchi, che rimarrebbe in carica per un po’.

La linea dei nuovi “negoziatori” sarà molto più dura e se prima chi aveva un po’ di sale in zucca sosteneva che i colloqui di Vienna erano solo un modo per l’Iran di prendere tempo per arrivare alla bomba, ora non ci sono più dubbi.

Ma a quanto pare non c’è nessuno con il sale in zucca e sembra che i colloqui riprenderanno a settembre.

Hassan Rouhani era un falso moderato, ma Ebrahim Raisi è molto peggio. Lui alla bomba ci vuole arrivare veramente e la vuole usare, se non materialmente almeno per tenere sotto ricatto il mondo intero.

Ufficialmente gli iraniani stanno arricchendo l’uranio al 60% ma tutto fa pensare che da qualche parte ci siano alcuni Kg di uranio arricchito al 90%.

Gli Ayatollah sono veramente ad un passo dalla bomba e non torneranno indietro, meno che meno adesso. Ammetterlo ed agire di conseguenza sarebbe il prossimo passo che ci si aspetterebbe dagli americani. Purtroppo sembra che il Presidente Biden punti ancora tutte le fiches su un nuovo accodo nucleare.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

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