Jared Kushner vuole chiudere la UNRWA e mettere fine all’equivoco sui rifugiati

Jared Kushner, consigliere e genero del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sta facendo forti pressioni ad ogni livello affinché venga rivisto lo status di rifugiato “regalato” dalla UNRWA a milioni di arabi palestinesi, una decisione che viola il Diritto Internazionale in quando prevede, unico caso al mondo, che il suddetto status si trasmetta di padre in figlio mentre per il resto del mondo questa regola non vale.

A rivelarlo è la rivista Foreign Policy (1) che pubblica alcune email di Jared Kushner nelle quali il consigliere del Presidente Trump attacca duramente la UNRWA definendola «corrotta, inefficiente e dannosa per la pace».

In particolare Jared Kushner attacca il metodo con il quale si perpetua il mantenimento dello status di rifugiato anche per le future generazioni dei profughi arabo-palestinesi e non, come invece prevede il Diritto Internazionale, solo per i profughi originali. Questo sistema, unico al mondo, ha permesso di far lievitare il numero dei rifugiati da poche centinaia di migliaia a oltre cinque milioni diventando nel tempo uno dei motivi principali per cui non si è mai potuti arrivare ad una pace lunga e duratura tra Israele e arabo-palestinesi in quanto questi ultimi pretendono il rientro della totalità dei profughi, che poi profughi non sono.

«E’ importante produrre uno sforzo onesto e sincero per distruggere la UNRWA» scrive Jared Kushner in una mail datata 11 gennaio, cioè pochi giorni prima che l’Amministrazione americana congelasse 65 milioni di dollari destinati alla UNRWA. «Questa agenzia perpetua uno status quo, è corrotta, inefficiente e non aiuta la pace» conclude Kushner nella sua email interna destinata ai collaboratori.

«Il nostro obiettivo non può essere quello di mantenere le cose così come sono» prosegue il genero del Presidente Trump «a volte bisogna rischiare strategicamente e rompere le cose sbagliate per raggiungere l’obiettivo» conclude Jared Kushner.

Nello scambio di email pubblicato da FP un consigliere di Jason Greenblatt, inviato americano per il Medio Oriente, propone la fusione della UNRWA con la vera agenzia ONU per i rifugiati, la UNHCR, una fusione che comporterebbe la fine dello status di rifugiato per diversi milioni di arabo-palestinesi proprio perché la UNHCR rispetta il Diritto Internazionale secondo il quale lo status di rifugiato non è trasmissibile ai figli, cosa che invece avviene con gli arabo-palestinesi a causa della UNRWA.

Secondo quanto scrive Foreign Policy gli Stati Uniti avrebbero anche avanzato una richiesta alla Giordania, quella di rimuovere lo status di rifugiato a circa due milioni di arabo-palestinesi attualmente residenti nel regno con l’obiettivo di porre fine alle operazioni della UNRWA in Giordania. La politica di Jared Kushner prevede il “reinsediamento” dei finti profughi nel Paese che li ospita, che in sostanza significa dare agli arabo-palestinesi la cittadinanza dello Stato dove sono nati così come prevede il Diritto Internazionale. A farsi carico delle spese dovrebbero essere i Paesi del Golfo che invece fino ad oggi sono stati poco “contributivi” come abbiamo evidenziato nel nostro rapporto del 2016.

Proteste arabe

Com’era prevedibile il piano di Jared Kushner non piace agli arabi. «Vogliono prendere una decisione davvero irresponsabile e pericolosa per l’intera regione» tuona Saeb Erekat, Segretario Generale della OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina). «Vogliono semplicemente archiviare la questione dei profughi palestinesi» ha detto il dirigente della OLP al Times of Israel (2).

In questi decenni la UNRWA non è stata solo un ostacolo alla pace facendo lievitare artificiosamente il numero dei cosiddetti “profughi palestinesi” ma ha alimentato l’odio verso Israele introducendo nelle scuole testi antisemiti, ha deviato molti dei sui fondi al sostegno del terrorismo ed è arrivata addirittura a far usare le sue scuole ad Hamas per nascondere arsenali di missili. Nel 2016 Rights Reporter insieme ad altre organizzazioni ha dato il via a una campagna per la chiusura della UNRWA che ci piace pensare abbia in qualche modo contribuito a smuovere le acque. Finalmente il problema viene affrontato ai più alti livelli.

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