Un anno fa, come ieri, avveniva la tremenda strage di Nizza, uno degli attentati in stile palestinese più cruenti e sanguinari della storia moderna, un metodo che poi ritroveremo in tanti altri attentati in Europa e nel mondo.
La strage di Nizza non è però servita all’occidente per capire con chi si ha a che fare, né è servita per capire chi è il nemico vero delle libertà occidentali. Non sono servite nemmeno le stragi successive condotte sia con lo stesso metodo che con metodi mutuati sempre dal terrorismo arabo di matrice palestinese. Nel giro di pochi giorni, passata l’indignazione del momento, si è tornati alla solita routine, al solito “questo non è l’islam” o “l’islam è una religione di pace”. Come no, l’islam è una religione di pace esattamente come gli arabi di fazione palestinese sono “angeli della pace”. Lo abbiamo visto ieri cosa fanno gli angeli della pace arabo-palestinesi, abbiamo visto come non serva nemmeno che nascano, crescano e vivano in un Paese democratico come Israele per abbandonare la violenza e il totalitarismo islamico a favore della libertà. E si perché gli attentatori di Gerusalemme non erano “poveri arabi” cresciuti a pane ed attentati in qualche campo profughi del Medio Oriente, erano arabo-israeliani che hanno potuto godere di quei Diritti che i loro fratelli arabi sognano ogni giorno ma che non avranno mai nei Paesi arabi.
L’occidente è convinto che islam e libertà, che Sharia e democrazia possano tranquillamente convivere. L’attentato di ieri a Gerusalemme dimostra invece (ancora una volta) che per loro non esiste democrazia e libertà che tenga di fronte al richiamo della violenza e della prevaricazione islamica. Anche la strage di Nizza, come le stragi precedenti e successive, sono state compiute da persone che hanno potuto godere della democrazia e della libertà che l’occidente ha saputo garantirgli, eppure non è bastato.
Al contrario, mentre l’unica democrazia vera in Medio Oriente, Israele, è tempestato di attentati l’occidente continua a chiudere gli occhi di fronte all’evidenza che l’attacco allo Stato Ebraico è un attacco al concetto di democrazia che proprio l’occidente sostiene di rappresentare. Si continua a condannare Israele, a sottovalutare (quando non a ignorare) i continui attacchi a cui è sottoposto lo Stato Ebraico.
Ieri Israele non ha esitato a fermare e interrogare il Grand Mufti Mohammed Hussein, cioè la più importante carica islamica di Gerusalemme, perché sospettato di connivenza con il terrorismo islamico. Lo ha fatto consapevole che il mondo islamico si sarebbe sollevato. Non ha esitato a chiudere la Spianata delle Moschee proprio nel giorno della preghiera musulmana ben sapendo che avrebbe attirato su di se le ire del mondo islamico. Eppure lo ha fatto perché sa chi è il nemico, perché sa che non basta eliminare i terroristi ma occorre sradicare il male alla radice, quella radice che spinge un musulmano nato e cresciuto in democrazia a rinnegare quella stessa democrazia che lo ha nutrito e cresciuto in pace e prosperità.
Questo invece l’occidente non lo ha capito. Nemmeno la terribile strage di Nizza è servita a fargli capire che ha a che fare con un nemico subdolo che usa la democrazia occidentale per infiltrarla e combatterla, per distruggerla e imporre la Sharia. Possono cambiare le sigle, che sia ISIS, Al Qaeda, Fratellanza Musulmana o Hezbollah cambia poco, l’ideologia stragista, oppressiva e violenta non cambia.
Tra i morti di ieri nell’attentato di Gerusalemme c’era il sergente Hayil Satawi, un druso 30enne al quale la moglie Arin aveva dato un figlio appena quattro settimane fa. L’altro era il sergente Kamil Shanaan, 22 anni, anche lui proveniente da una città drusa (Hurfeish), due simboli di quello che vuol dire convivenza e democrazia, loro si angeli della pace, morti per garantire a tutti il Diritto al culto, anche a quei musulmani che li hanno trucidati. Eppure nessuno sembra far caso alla tragica ironia che queste due morti rappresentano, nessuno vuol capire che ai musulmani non interessa la convivenza pacifica in un sistema democratico.
Dodici mesi sono passati dalla strage di Nizza che ha inaugurato in Europa lo stile palestinese, dodici mesi durante i quali in altre occasioni i terroristi islamici hanno colpito con gli stessi metodi usati dagli arabo-palestinesi in Israele. In più occasioni noi di RR abbiamo avvisato che quel tipo di terrorismo si sarebbe trasferito in Europa, in più occasioni abbiamo detto che Israele era solo il primo obiettivo e che poi i terroristi islamici sarebbero passati al prossimo, l’Europa. Nonostante questo l’Europa continua a considerare cattivi gli israeliani e “angeli della pace” i terroristi arabo-palestinesi. Se non è un suicidio questo, ditemi allora cos’è.
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