Non c’è che dire, un 8 marzo più brutto del solito per le donne in Iran. Ieri è arrivata la notizia che Nasrin Sotoudeh, l’avvocatessa impegnata nella difesa dei Diritti Umani e dei Diritti delle donne è stata condannata per “minaccia alla sicurezza nazionale” e ora rischia una pena detentiva di 34 anni e ben 148 frustate.
Nasrin Sotoudeh era stata arrestata nel giugno 2018 per aver difeso e dato sostegno ad alcune donne che protestavano contro il velo obbligatorio e per aver formato un gruppo che si batte contro la pena di morte. Veramente una minaccia alla sicurezza nazionale, neanche avesse bombardato Teheran.
Il processo farsa, iniziato nel dicembre scorso, è stato affidato al famigerato giudice Moghiseh, noto in Iran per i ripetuti abusi giudiziari contro i difensori dei Diritti Umani. A Nasrin Sotoudeh non le è stato permesso di scegliere l’avvocato ragion per cui, per protesta, non si è presentata in aula.
Nasrin Sotoudeh era gia stata arrestata e condannata nel 2016 e in quel caso venne espulsa dall’aula perché accusata di indossare malamente il velo. Prima ancora aveva scontato tre anni nella prigione di Evin per aver difeso come avvocato alcune persone accusate di reati contro lo Stato.
E per chiudere “in bellezza” la questione che riguarda questa avvocatessa che ha come unica colpa quella di difendere i Diritti Umani in un regime islamico tra i peggiori al mondo, la magistratura iraniana ha pensato bene di condannare a sei anni di carcere anche il marito della donna, Reza Khandan, reo di averla difesa sui social.
Capire la situazione della donna in Iran
Per capire bene com’è la situazione delle donne in Iran dobbiamo andare a vedere i capi di accusa che hanno portato alla condanna di Nasrin Sotoudeh per minaccia alla sicurezza nazionale:
- Assemblea e collusione contro la sicurezza nazionale – in sostanza si è riunita con altre donne che protestavano contro l’imposizione del velo obbligatorio
- Propaganda contro lo stato – vedere sopra
- Adesione al Centro Difensori dei Diritti Umani, Gruppo Legam [contro la pena di morte] e al Consiglio nazionale per la pace – si sa che parlare di Diritti Umani e di pace in Iran è un reato gravissimo
- Incoraggiare la corruzione e la prostituzione – questa non l’abbiamo capita, a meno che tutte le donne senza velo non siano considerate prostitute (cosa molto probabile)
- Apparire di fronte al sistema giudiziario senza hijab islamico – questa si spiega da se
- Disturbare la pace e l’ordine pubblico – difendere i Diritti delle donne per il regime iraniano è disturbo dell’ordine pubblico
- Pubblicare falsità con l’intento di disturbare l’opinione pubblica – probabilmente è riferito alle pubblicazioni di Nasrin Sotoudeh riguardanti la condizione della donna in Iran
L’Iran è diverso dagli altri paesi islamici per questo gli Ayatollah hanno paura delle donne
Nonostante tutto la donna in Iran è molto più emancipata rispetto agli altri Paesi islamici. La nascita del Movimento Verde che nel 2009 fece tremare il regime si deve in buona parte ad iniziative che partivano dalle donne che poi immancabilmente coinvolgevano anche i giovani uomini. Quella fu per il regime una lezione importante. Non per niente da allora le restrizioni verso le donne si sono fatte più stringenti.
Ancora oggi molte donne del Movimento Verde sono incarcerate a Evin e anche negli anni successivi il regime ha incarcerato centinaia di giovani ragazze che chiedevano più Diritti.
La situazione non è migliorata con l’avvento di Hassan Rouhani, che pure aveva promesso di cambiare le cose e per questo aveva preso molti voti dalle donne, anzi, se possibile la situazione è pure peggiorata.
Mi rendo conto che anche nel resto del mondo la situazione delle donne non è tra le migliori, nemmeno nel “civile occidente” (per non parlare del resto del mondo islamico). Ma ritengo che ricordare la terribile repressione delle donne iraniane nella giornata della donna sia un dovere perché siamo convinti che la vera rivoluzione nell’Islam e soprattutto in Iran potrà partire ancora una volta proprio da loro, dalle donne iraniane.
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