Lo scorso 13 giugno avevamo lanciato l’allarme sulla distruzione della città patrimonio dell’umanità di Timbuktu da parte del gruppo islamista legato ad Al Qaeda di Ansar Dine, allarme chiaramente ignorato dalla comunità internazionale. Oggi rilanciamo confermando al mondo la distruzione di uno dei più importanti santuari della “città dei 333 santi”.
Questa volta a essere distrutto dalla furia islamica è stato addirittura uno dei più importanti santuari islamici, il Mausoleo di Sidi Mahmoud (Ben Amar), risalente al 15° secolo, un atto di barbarie paragonabile alla distruzione dei Buddha di Bamiyan avvenuta in Afghanistan per mano dei talebani.
Testimoni locali hanno infatti riferito che i terroristi di Ansar Dine hanno iniziato due gironi fa la sistematica distruzione del santuario dedicato a Sidi Mahmoud in aperto sfregio a qualsiasi concetto di civiltà e religioso.
Ora si teme anche per gli oltre 100.000 manoscritti antichi, alcuni risalenti al 12° secolo, custoditi nella città vecchia in appartamenti di privati e in siti religiosi.
E’ davvero incredibile come il mondo civile possa permettere una simile profanazione che va molto al di la di qualsiasi lotta religiosa. L’estremismo islamico sta cercando di cancellare qualsiasi testimonianza di convivenza tra l’Islam e le altre religioni di cui la città di Timbuktu è piena. Un affronto a tutto il mondo che assiste passivo alla sistematica distruzione della verità storica.
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