Ieri il Segretario di Stati USA, John Kerry, era a Gerusalemme per “tranquillizzare” l’alleato israeliano piuttosto scettico sull’accordo raggiunto tra Stati Uniti e Russia sulla Siria. Ma le capriole di Kerry non hanno convinto Israele e i dubbi restano tutti.
Kerry ha detto che questo accordo sulla Siria deve essere un monito all’Iran perché capisca che gli Stati Uniti non permetteranno ai regimi totalitari di dotarsi di armi di distruzione di massa, ma francamente più che un monito sembra un incentivo. Infatti l’unica cosa che hanno dimostrato gli Stati Uniti è che con Obama come Presidente le minacce non si tramutano mai in fatti reali e che quindi i regimi totalitari come quello iraniano o siriano possono stare tranquilli e procedere per la loro strada.
Parliamoci chiaro, tutta l’operazione è stata orchestrata da Mosca e da quel grande genio che si chiama Serghey Lavrov, uomo furbo e scaltro che ha capito da subito che Obama si era messo in guai seri e che rischiava di fare un disastro globale, il più grosso dei pur tantissimi combinati sin qui. Pensateci, non è un caso che la Siria abbia accolto da subito e con favore un accordo che nelle intenzioni dovrebbe spogliarla di tutte le sue armi chimiche. Anche un bambino potrebbe arrivarci. Eppure ieri John Kerry sosteneva incredibilmente che quello era un piano che non solo imponeva precise azioni alla Siria ma fungeva addirittura da monito all’Iran. Avrei voluto essere una mosca per sentire cosa diceva Netanyahu a Kerry nel segreto del suo ufficio. Di certo non saranno state paroline dolci.
Quella sulla Siria è una colossale operazione di salvataggio della credibilità di Obama, non è niente altro. Non disarmerà la Siria, non ha lanciato alcun monito all’Iran, non inciderà minimamente sul massacro siriano. Anzi, rischia seriamente di inviare il messaggio sbagliato, quello che a prescindere dai fatti gli Stati Uniti di Obama non avranno mai il coraggio di andare fino in fondo. Per gli Ayatollah una vera boccata di ossigeno. E se sono vere le voci che vorrebbero il Presidente Obama cercare una trattativa diretta con Teheran sul suo programma nucleare, allora il quadro è chiaro e in Iran possono stare tranquilli: avranno la loro bomba.
Ciliegina sulla torta: sembra che ieri John Kerry abbia fatto pressioni sul Governo israeliano affinché riprenda al più presto i colloqui con i palestinesi. Con tutto quello che sta avvenendo in Medio Oriente, dove oltre a quella siriana non dobbiamo dimenticare la delicatissima situazione egiziana, Kerry e Obama pensano ancora alla ininfluente questione palestinese. Davvero ridicoli.
Noemi Cabitza
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