La cosiddetta Palestina ha speso oltre un miliardo di dollari negli ultimi quattro anni solo per pagare stipendi e vitalizi ai terroristi e alle loro famiglie. E’ quanto emerge dalla audizione dell’ex capo dei servizi segreti israeliani, Gen. Yossi Kuperwasser, davanti al Comitato affari esteri e difesa della Knesset.
Il quadro delineato dal Generale Yossi Kuperwasser, ex capo dei servizi segreti nonché ex Direttore generale del Ministero degli affari strategici, è tanto chiaro quanto disarmante. La cosiddetta Palestina paga regolarmente cifre importanti ai terroristi detenuti in Israele e alle famiglie dei terroristi morti durante gli attacchi, cifre che cambiano a seconda del tipo di attacco e della lunghezza della detenzione dei terroristi.
«I terroristi palestinesi con pene che vanno oltre i 30 anni ricevono 3.360 dollari al mese (12.000 NIS)» ha detto Kuperwasser al Comitato. «Quando vengono rilasciati ottengono una buonuscita che viene fatta passare come borsa di studio, oltre a un lavoro presso l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) insieme a un grado militare che varia a seconda della durata della loro detenzione» ha poi concluso l’ex capo dei servizi segreti israeliani.
La cosiddetta Palestina di fronte ai donatori vorrebbe far passare questi pagamenti come “prestazioni sociali” ma a una attenta analisi del bilancio della Autorità Nazionale Palestinese appare chiaro che si tratta di veri e propri stipendi ai terroristi palestinesi che nulla hanno a che fare con il sociale.
Secondo Yossi Kuperwasser, che ora dirige il Jerusalem Center for Public Affairs, i fondi ai terroristi sono in parte incanalati direttamente dalla ANP ai terroristi stessi attraverso un fondo “non governativo di pagamento” in modo da eludere i blandi controlli dei donatori, mentre un’altra parte viene erogata tramite l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).
«Si evidenzia da parte dei donatori la volontà di credere alla bugia che si tratta di sostegno sociale e non di stipendi ai terroristi» dice ancora Kuperwasser alla Commissione evidenziando come non ci sia da parte dei donatori la volontà di approfondire la questione mentre i palestinesi continuano a rappresentare se stessi come sostenitori della pace nonostante gli stipendi ai terroristi e il continuo incitamento all’odio.
Proprio ieri il giornale israeliano Israel Hayom ha pubblicato ulteriori retroscena dell’incontro tra il Presidente della ANP, Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e il Presidente Trump durante il quale il Presidente americano avrebbe accusato quello palestinese di raccontare bugie e lo ha accusato di essere il diretto responsabile dell’incitamento all’odio e del sostegno al terrorismo palestinese. Si parla di una lite furiosa tra i due. Ma se il Presidente Trump sembra aver capito perfettamente ciò non avviene da parte dei donatori istituzionali tra i quali l’Unione Europea.
Nelle scorse settimane, basandoci su un rapporto del Jerusalem Center for Public Affairs, abbiamo presentato un esposto all’Unione Europea nel quale chiedevano conto alla UE del loro sostegno al terrorismo palestinese, esposto che ora sarà integrato dai nuovi dati diffusi ieri da Yossi Kuperwasser dai quali emerge che negli ultimi quattro anni oltre un miliardo di dollari di aiuti ai palestinesi sono finiti nelle tasche dei terroristi e delle loro famiglie. Per essere precisi si parla esattamente di 1,12 miliardi di dollari, denaro dei contribuenti europei che invece di aiutare lo sviluppo della cosiddetta Palestina finisce per finanziare il terrorismo islamico di matrice palestinese.
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