La cosiddetta Palestina è in crisi economica profonda. Da mesi l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) non paga gli stipendi dei dipendenti pubblici che lo scorso dicembre sono anche scesi in sciopero. Per questo motivo da oggi una delegazione farà il giro dei Paesi Arabi e dei Paesi donatori a chiedere soldi. Servono 100 milioni di dollari al mese.
La decisione di inviare una delegazione a elemosinare denaro è stata presa ieri dai Ministri degli Esteri della Lega Araba riuniti al Cairo. A guidare la delegazione sarà il Primo ministro della ANP, Salam Fayyad, ma ci saranno anche il segretario generale della Lega Araba, Nabil al-Arabi, nonché i ministri degli Esteri di Iraq e Libano. Non si capisce tuttavia a cosa serva questa “delegazione” visto che è stata proprio la Lega Araba a promettere alla ANP un “paracadute” da 100 milioni di dollari al mese e quindi questa decisione poteva essere benissimo deliberata ieri dai Ministri degli Esteri della stessa lega Araba. Il perché non lo abbiano fatto è uno dei tanti misteri arabi.
Intanto emergono alcuni dati importanti sulle ricchezze accumulate da Abu Mazen e dai suoi due figli, Yasser e Tarek. Secondo alcune fonti palestinesi il patrimonio in contanti (senza contare gli immobili e altri valori) della famiglia del Presidente della ANP ammonterebbe a oltre 200 milioni di dollari. A parlarne è stato Mohammed Rachid, ex consigliere economico di Arafat incaricato da alcuni donatori di scoprire dove finiscono i tanti milioni destinati alla ANP. Secondo quanto emerge da un rapporto preliminare i figli di Abu Mazen avrebbero diversi conti in Svizzera e per trasferire il denaro userebbero il passaporto diplomatico di Yasser Abbas.
Qualche tempo fa Abu Mazen venne fortemente criticato per il fatto di farsi fare le scarpe su misura da un artigiano italiano, scarpe che costano 25.000 dollari al paio. Tuttavia la censura palestinese mise subito a tacere le voci e nessuno ne parlò più. Ora questo rapporto metterebbe a nudo l’enorme appropriazione indebita del Presidente palestinese ai danni del suo popolo e dello sviluppo che doveva derivare da una così grande mole di denaro. Andare in giro a chiedere denaro quando tutti ormai sanno che fine fanno buona parte di quei soldi diventa quindi sempre più difficile.
E intanto i dipendenti pubblici della ANP continuano a non ricevere gli stipendi e, paradossalmente, l’economia palestinese va avanti con gli stipendi di coloro che hanno la fortuna di lavorare per ditte israeliane, proprio quelle che i pacivendoli vorrebbero boicottare.
Sharon Levi
Seguici su…