Se solo ieri parlavamo di “suicidio collettivo” per quello che appariva un imminente accordo sul nucleare iraniano, oggi dobbiamo parlare di un “rinsavimento operoso”, non certo qualcosa di definitivo ma almeno qualcosa che ponga quei paletti che il duo assurdo composto da Obama e dalla Ashton volevano bypassare.
La Francia si è messa di traverso è ha posto quelle questioni importantissime che gli altri del gruppo dei 5+1 facevano finta di non vedere. In particolare i francesi si sono fatti le stesse domande che ieri ci ponevamo noi, cioè a cosa servisse la centrale ad acqua pesante di Arak se non per un uso militare e perché gli iraniani non consegnassero tutto l’uranio arricchito negli ultimi mesi. Non ultimo, i francesi si sono posti il problema di accertarsi quali fossero le linee di arricchimento dell’uranio che gli iraniani dicevano di voler bloccare, se cioè tra queste ci fossero anche le nuove centrifughe IR-2M.
Quando il bluff iraniano è venuto a galla, la Francia ha deciso di bloccare l’ormai raggiunto accordo sul nucleare iraniano, un accordo che per come era stato concepito dalla follia di Obama e della Ashton, avrebbe permesso all’Iran di raggiungere in pochi mesi l’obbiettivo della bomba atomica senza avere più il fardello delle sanzioni e, per di più, con l’avvallo e la copertura internazionale. Fatto sta che le obiezioni francesi hanno bloccato quello che orami era dato come un accordo certo e imminente e hanno rimandato il tutto al prossimo 20 novembre.
Gli iraniani non l’hanno presa bene, orami erano convinti di aver ingannato tutti. Ieri sera il Presidente iraniano, Hassan Rohani, ha tuonato che «l’Iran non si farà intimidire» e che «l’arricchimento dell’uranio rimane la linea rossa invalicabile» ribadendo così il concetto che il programma nucleare iraniano non può prescindere dall’arricchimento dell’uranio.
Soddisfazione invece in Israele dove il Premier, Benjamin Netanyahu, aveva parlato di “affare del secolo” per l’Iran che con l’accordo che si era ventilato avrebbe potuto proseguire la sua corsa verso la bomba senza però subire le sanzioni internazionali. Israele aveva fatto intendere molto chiaramente anche che nel caso di un accordo come quello ventilato non sarebbe rimasto immobile e che il problema del nucleare iraniano sarebbe stato comunque “risolto”, con o senza il consenso internazionale.
Sarah F.
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