M5S e Israele: chiamiamolo antisemitismo

9 Agosto 2014

Il mestiere del politicante è quello di girare attorno al problema usando parole che distorcano il significato delle parole stesse, spesso cercando di depistare l’interlocutore in alcuni casi con l’uso di parole ad effetto che coprano con il loro significato i veri obbiettivi. Che i sinistri fossero bravi politicanti lo si sapeva già, ma che anche quelli del M5S si sarebbero adattati a questo giochetto non ce lo aspettavamo, almeno non così velocemente.

Invece ci siamo sbagliati. Più volte abbiamo pensato che il M5S fosse formato da una sorta di truppa di ignorantoni, gente che crede ai microchip nel cervello, alle scie chimiche e ad altre teorie complottiste, invece ci siamo resi conto che non è affatto così. La loro è una vera e propria tecnica di comunicazione che imbambola migliaia di persone. Poco importa che un essere senziente si metterebbe a ridere di fronte a certe affermazioni come lo possono essere “genocidio a Gaza” o “io non sono antisemita ma sono antisionista” (nel perfetto stile dell’antisemita moderno), oppure di fronte alle affermazioni pronunciate da Di Battista all’Espresso quando afferma che “Israele non è il suo governo, così come la Palestina non è Hamas” mettendo implicitamente sullo stesso piano uno Stato democratico e un gruppo terrorista e criminale. Sarebbe come dire che l’Italia non è il suo Governo, così come la Sicilia non è la Mafia. E cosa dire della richiesta avanzata dal M5S di chiedere il ritiro dell’ambasciatore israeliano in Israele e la fine delle commesse e delle collaborazioni militari tra Italia e Israele? Il tutto perché, a detta loro, il M5S sta con i più deboli e siccome i “palestinesi” sono più deboli ecco i pentastellati schierarsi con loro. Peccato che non abbiano mostrato lo stesso ardore con i più deboli della Siria, con i cristiani dell’Iraq o della Nigeria, con quei poveretti massacrati a migliaia dall’ISIL (o ISIS) il cui video è certamente una prova schiacciante di crimini di guerra. Oppure che abbiano taciuto sugli 11 miliardi di dollari in armi venduti da Obama all’Emiro del Qatar, armi che finiranno immancabilmente nelle mani dei peggiori gruppi terroristici. E avete mai sentito parlare un grillino delle terribili sofferenze della popolazione iraniana sotto gli Ayatollah, delle centinaia d esecuzioni che avvengono in Iran? Avete sentito chiedere il ritiro dell’ambasciatore a Teheran? Evidentemente quando i più deboli non hanno la fortuna di nascere a Gaza sono molto meno deboli.

La realtà è molto più semplice di quanto si possa pensare. La paroline magiche sono Israele ed ebreo. Dove c’è Israele il terrorista diventa “il più debole”, l’assassino di bambini israeliani e lo sterminatore di famiglie diventa “un resistente”, colui che usa la popolazione come scudo umano diventa “un poveretto che non sa da dove sparare i suoi missili”. Tutto viene giustificato perché in fondo Israele per questa gente non ha nessun diritto ad esistere. E se poi a Israele ci si aggiunge l’aggettivo “ebraico” allora non solo non ha diritto ad esistere ma diventa persino un pericolo per la sopravvivenza mondiale. L’Iran può chiamarsi “repubblica islamica”, così come l’Afghanistan, il Pakistan e tanti altri, ma se Israele vuole chiamarsi Stato Ebraico non va bene. Come lo vogliamo chiamare questo se non antisemitismo? E quando uno come Marco Travaglio, che di certo non si può dire essere ostile al M5S, afferma che Israele ha il diritto di difendersi viene immediatamente attaccato e bollato come un traditore della causa e sulle pagine del M5S scoppia un pandemonio. Già, la causa, qual è la causa del M5S?

Lo so, è brutto sentirsi chiamare antisemita, fa molto più figo sentirsi chiamare antisionista. Ma la sostanza è la stessa perché, nonostante i puerili tentatici di Manlio Di Stefano di spiegare che ebraismo e sionismo sono due cose diverse, la realtà è che sono la stessa cosa perché la base fondante del sionismo è la difesa degli ebrei e la nascita di un loro Stato dove sarebbero stati al sicuro dalle persecuzioni. Chi, quindi, è contro il sionismo di fatto è contro gli ebrei e contro Israele.

Non nascondiamoci quindi dietro a un dito, per altro molto stretto. La difesa dei “poveri palestinesi” non c’entra nulla, la difesa dei “più deboli” è una scusa puerile. L’obbiettivo è Israele, il sionismo e quindi l’essere ebreo. Tutto questo si riassume in una sola parola: antisemitismo .

[glyphicon type=”user”] Scritto da Bianca B.

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