La guerra tra Egitto e Hamas che non interessa i pacifisti

14 Settembre 2013
Egitto - Militari egiziani controllano il valico di Rafah
Egitto – Militari egiziani controllano il valico di Rafah

In un interessante editoriale apparso su diversi media mondiali il giornalista arabo Khaled Abu Toameh, tra i più seguiti nel suo genere, afferma che tra Hamas ed Egitto è in corso una vera e propria guerra che per il gruppo terrorista palestinese potrebbe essere più distruttiva di tutte le guerre avute con Israele.

Il punto di vista di Khaled Abu Toameh è molto interessante non solo perché è un profondo conoscitore della realtà araba in Medio Oriente, ma perché ci svela alcuni retroscena di cui in occidente si parla ben poco.

In primo luogo Khaled Abu Toameh parla di una guerra senza esclusione di colpi che si combatte su due fronti, quello dei media e quello lungo il confine tra Gaza ed Egitto.

I media egiziani nelle ultime settimane hanno attaccato sistematicamente Hamas, accusandolo di essere un nemico dell’Egitto e di finanziare e armare i gruppi Jihadisti presenti nella Penisola del Sinai. Da quando Mohamed Morsi è caduto il nuovo Governo egiziano considera Hamas un gruppo terrorista ostile all’Egitto e così fanno i media.

Ma il vero conflitto è in corso lungo il confine tra Egitto e la Striscia di Gaza. Qui gli egiziani non sono andati tanto per il sottile. Hanno distrutto sistematicamente i tunnel del contrabbando, hanno imposto severissime restrizioni al passaggio delle persone dal valico di Rafah in uscita dalla Striscia di Gaza imponendo di fatto un blocco quasi completo che viene eluso solo in caso di gravi problemi sanitari. Hanno poi vietato ai rappresentanti di Hamas di recarsi in Egitto. Infine, proprio un paio di giorni fa, hanno minacciato una azione militare all’interno della Striscia di Gaza.

Hamas, che continua a negare qualsiasi coinvolgimento negli attacchi terroristici in Egitto, è rimasta letteralmente spiazzata da questa offensiva egiziana. Nel volgere di pochi mesi sono passati dall’essere gli alleati privilegiati del più grande Paese musulmano del Medio Oriente all’essere nemici giurati da eliminare. Le risorse del’elite di Hamas sono praticamente bloccate mentre a livello umanitario gli abitanti di Gaza possono contare solo sugli aiuti che arrivano da Israele, centinaia di tonnellate di alimenti e di altri materiali che garantiscono la loro sopravvivenza. Per il resto è blocco totale nel vero senso della parola. Addirittura negli ultimi giorni l’esercito egiziano ha raso al suolo decine di abitazioni (palestinesi) che si trovavano lungo il confine con Gaza e questo per creare una zona cuscinetto molto vasta che impedisca la costruzione di nuovi tunnel.

La Striscia di Gaza non è mai stata così isolata come lo è adesso che il Governo egiziano ha deciso queste misure restrittive. Eppure il mondo pacifista, sempre molto attento al destino dei loro amici terroristi di Hamas, tace clamorosamente e, soprattutto, tace sul fatto che gli unici aiuti a Gaza arrivano da Israele. Come mai? Se è Israele a combattere i terroristi non va bene, ma se lo fanno gli egiziani è accettabile?

Al di la del fatto che è apprezzabile che finalmente gli egiziani abbiano capito chi sono i veri nemici dell’Egitto e chi invece sono gli amici, il silenzio dei cosiddetti “pacifisti” è la prova lampante che il vero pacifismo non c’entra nulla con questo strambo movimento antisemita che organizza flotille e campagne solo quando di mezzo c’è Israele e comunque mai per luoghi dove i problemi sono più che reali (vedi la Siria). Se non è ipocrisia questa, ditemi voi cos’è.

Noemi Cabitza

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