Israele: meglio antipatici che morti

3 Ottobre 2013

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Negli Stati Uniti è in atto una vera e propria campagna di stampa tesa a denigrare le parole pronunciate dal Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, alle Nazioni Unite. Netanyahu ha invitato il mondo a non credere alle parole di Hassan Rohani e ha detto che Israele è pronto a difendersi anche da solo dal rischio esistenziale rappresentato dal nucleare iraniano.

Le reazioni della stampa di sinistra vicina a Obama, primo fra tutti il New York Times, è stata veemente e in alcuni tratti persino offensiva. Netanyahu è stato accusato di essere una specie di guerrafondaio irresponsabile che esagera sul rischio rappresentato dal nucleare iraniano, che non vede l’ora di menar le mani insieme ai suoi alleati americani al Congresso. In molti negli USA credono alle parole di Rohani, forse più per coprire la vigliaccheria del Presidente Obama piuttosto che per reale convinzione. Resta il fatto però che dalla “operazione simpatia” di Hassan Rohani si è passati alla “operazione antipatia” dedicata a Benjamin Netanyahu colpevole solo di aver sbattuto in faccia al mondo la realtà iraniana.

Netanyahu è rimasto qualche giorno in più negli Stati Uniti proprio per cercare di convincere il pubblico americano che quello di Rohani è tutto un bluff e che se il mondo ci crederà ben presto ci ritroveremo con un Iran nucleare che sarà un pericolo per tutto il mondo e non solo per Israele. Lo ha fatto anche in una intervista alla NBC e alla CBS dove ha ribadito la ferma intenzione di Israele di difendersi dal rischio iraniano.

Eppure, secondo recenti sondaggi e nonostante le enormi contraddizioni iraniane, il popolo americano sembra credere veramente alle parole di Hassan Rohani e quando Andrea Mitchell della NBC ha fatto notare al Premier israeliano, fuori dagli schermi televisivi, che Israele rischia di diventare “antipatico” per la sua smania di difendersi, Netanyahu ha risposto che “è meglio essere antipatici che morti”.

Ed è questo forse lo spirito israeliano che alcuni americani – non tutti grazie al cielo – non comprendono. Gli americani non sono abituati a vivere sotto costante minaccia di estinzione come invece sono costretti a vivere gli israeliani. Gli americani possono anche guardare al lato “estetico e simpatico” o, se vogliamo, più diplomatico delle cose che li circondano, gli israeliano no. Loro devono sopravvivere e se per far questo devono risultare antipatici, il mondo se ne dovrà fare una ragione.

Noemi Cabitza

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