Ieri in Israele è stata uccisa una giovane mamma ebrea di 38 anni, madre di sette figli che hanno assistito al suo massacro perpetrato da un terrorista palestinese che si era introdotto nella loro casa con l’unico intento di uccidere.
Si chiamava Dafna Meir la povera mamma ammazzata senza pietà dal terrorista palestinese davanti agli occhi terrorizzati dei suoi figli che, solo per un caso, non sono stati anche loro uccisi.
Il fatto che un terrorista palestinese si introduca in una casa israeliana per uccidere non è certo una novità ma lo è senz’altro nel contesto di quella che i media prezzolati italiani chiamano “intifada dei coltelli” e sarebbe bastato questo per farne titoli cubitali. Invece no, nessuno ne ha parlato in particolare quelli che, come l’ANSA o REPUBBLICA, non perdono occasione per fare titoli invertiti dove le vittime israeliane si trasformano in carnefici e i carnefici palestinesi si trasformano in vittime.
Il punto è proprio questo, l’impossibilità di manipolare l’informazione non rende l’informazione stessa appetibile e quindi meglio tacere del tutto. In questo caso la vittima israeliana è stata colpita in casa sua e nessuno ha potuto reagire colpendo l’assassino palestinese, ergo, per la stampa italiana non è stato possibile parlare di vittime palestinesi e quindi sul tutto cala il silenzio più assoluto.
Ma possiamo scommettere che quando la polizia israeliana troverà il colpevole di questo efferato omicidio caduto nel silenzio e lo colpirà i giornali italiani saranno prontissimi a titolare a lettere cubitali dell’uccisione o dell’arresto del “povero palestinese”.
Siamo arrivati al punto in cui parlare di connivenza con i terroristi da parte di una certa stampa italiana non è più una esagerazione, è un dato di fatto che la bruttissima vicenda del brutale assassinio di Dafna Meir purtroppo conferma.
Scritto da Sarah F.
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