Israele: caccia alla Jihad Islamica e agli operativi di Hamas

25 Ottobre 2015

Giovedì mattina, un adolescente palestinese ha accoltellato un soldato nella cittadina di Gush Etzion a sud di Gerusalemme. Il giorno dopo due palestinesi di 20 anni hanno accoltellato un uomo israeliano dopo aver tentato invano di salire su uno scuolabus pieno di bambini nella città di Beit Shemesh (Israele centrale). Tutti e tre i terroristi venivano dal villaggio palestinese di Surif e i due che hanno tentato una strage di bambini cercando di salire sullo scuolabus avevano addosso magliette con scritto “Izz ad-Din al-Qassam”, il braccio armato di Hamas. Tutto questo fa propendere le autorità israeliane a non credere alla teoria dei “lupi solitari” ma piuttosto ad azioni coordinate direttamente da Hamas.

Secondo lo Shin Bet a dirigere gli attacchi sarebbe il “West Bank Bureau” di Hamas il cui ufficio si trova Gaza ed è guidato da due terroristi di primaria importanza, Abd el-Rahman Ghanimat e Mazen Fuqha, già condannati a diversi ergastoli da Israele e liberati a seguito della trattativa su Gilad Shalit. Sarebbe proprio il West Bank Bureau a dirigere e coordinare gli attentati in Israele perpetrati da elementi provenienti dalla West Bank. Non sempre quindi gli attentati che avvengono in Israele sono opera di lupi solitari come troppo spesso si sente dire dalla stampa occidentale, ma in diversi casi è provato il collegamento diretto con Hamas, che per altro non nega nulla, anzi, continua a lanciare pubblici appelli alla violenza.

Ma a preoccupare maggiormente lo Shin Bet è la pesante infiltrazione in West Bank della Jihad Islamica, un gruppo terrorista basato a Gaza ma finanziato e diretto dall’Iran. Una serie di messaggi intercettati dallo Shin Bet fanno pensare che la Jihad Islamica stia tentando di effettuare un attentato di grosse dimensioni con lo scopo di accreditarsi come “vera resistenza palestinese” al posto di Hamas e di soppiantalo nel cuore dei palestinesi. Da diversi mesi l’intelligence israeliana segnala una importante infiltrazione della Jihad Islamica in West Bank abbinata a una sorta di collaborazione con gli Hezbollah libanesi. Lo scopo sembra essere proprio quello di soppiantare Al Fatah e Hamas nel cuore dei palestinesi e di prendere in mano le iniziative terroristiche in Cisgiordania.

Questo “scontro tra gruppi terroristici” preoccupa non poco le autorità israeliane perché si teme che porti una sorta di competizione tra terroristi su chi riesce a compiere l’attentato più eclatante e sanguinoso contro Israele. In particolare in queste ore in cui Israele ha raggiunto un accordo con la Giordania sulla gestione del Monte del Tempio, pretesto e causa scatenante delle recenti violenze, si teme che ii terroristi della Jihad Islamica e di Hamas vogliano fare di tutto per evitare che la situazione si calmi. Già nel caso dell’attacco terrorista che ha portato alla morte dei coniugi Henkin i due gruppi terroristici hanno tentato di attribuirsi “il merito” degli attacchi, anche se poi il successivo arresto dei responsabili sembra ricondurre ad Hamas. Ma il precedente resta e dimostra come sia in corso una specie di competizione tra terroristi per accreditarsi presso i palestinesi come “vera resistenza”.

Per questo motivo da questa notte l’esercito israeliano è impegnato in una serie di verifiche e controlli in West Bank al fine di scoprire le cellule terroristiche legate ad Hamas e in particolare alla Jihad Islamica che in questo momento sarebbe quella che ci guadagnerebbe di più se la situazione non si dovesse calmare. Per quello che si riesce a sapere l’infiltrazione della Jihad Islamica in Cisgiordania è più profonda di quello che si pensava e il Presidente palestinese, Abu Mazen, non è esente da responsabilità su questa infiltrazione dato che le forze di sicurezza palestinesi non solo non hanno fatto nulla per impedirlo, ma l’hanno persino favorita chiudendo palesemente gli occhi.

Quello che Israele vuole evitare ad ogni costo (e che dovrebbe volere anche Abu Mazen, ma su questo siamo perplessi) è che la cosiddetta “intifada dei coltelli” (che noi chiamiamo Jihad Palestinese) si trasformi in una vetrina per Hamas e soprattutto per la Jihad Islamica, ma in particolare si vuole evitare che i terroristi palestinesi portino a compimento attentati eclatanti e sanguinosi in Israele con l’obbiettivo non solo di ottenere il consenso dei palestinesi ma anche con quello di evitare che la situazione si calmi. Vedremo nelle prossime ore se l’accordo con la Giordania sul Monte del Tempio riuscirà a calmare la situazione, ma temiamo che purtroppo non sarà così. Intanto la caccia ai terroristi di Hamas e della Jihad Islamica è cominciata.

Scrtto da Einav Ben H.

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