Sono stati terroristi di Hezbollah su commissione dell’Iran a compiere l’attentato che lo scorso 18 luglio ha ucciso cinque turisti israeliani nella città bulgara di Burgas. A sostenerlo è il rapporto di chiusura delle indagini della magistratura bulgara che verrà diffuso oggi ma del quale se ne sono avute alcune anticipazioni.
I dettagli dell’indagine erano già stati condivisi qualche settimana fa dalle autorità bulgare con quelle israeliane quando il ministro degli Esteri bulgaro, Nikolai Mladenov, era volato a Gerusalemme per una visita a sorpresa che aveva proprio lo scopo di illustrare al Primo Ministro Netanyahu e al Presidente Peres i risultati finali dell’indagine.
Nessuna sorpresa da parte israeliana. Le prove raccolte sin da subito puntavano dritto verso l’Iran ed Hezbollah e Gerusalemme ha subito puntato il dito verso il gruppo terrorista sciita libanese. In quell’occasione Gerusalemme era tornata a chiedere all’Unione Europea di inserire Hezbollah nella lista nera dei gruppi terroristici, ma l’Europa aveva nicchiato dicendo che voleva aspettare i risultati dell’indagine. Ora vedremo come si comporteranno gli europei di fronte al rapporto finale sull’attentato di Burgas.
In Europa c’è una forte corrente a favore di Hezbollah e fortemente anti-israeliana, una fronda potente guidata da Catherine Ashton e che comprende gruppi trasversali che più o meno riguardano tutti i Paesi europei, dalla Gran Bretagna alla Francia per finire all’Italia dove, specie a sinistra, il gruppo pro-Hezbollah può vantare nomi eccellenti tra i quali il probabile prossimo Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema.
Nonostante queste ulteriori prove della connotazione terrorista di Hezbollah, a Gerusalemme non nutrono molte speranze che l’Unione Europea abbia un sussulto di onorabilità e inserisca il movimento terrorista sciita libanese nella lista nera. “Troveranno sicuramente un’altra scusa per non farlo” fa sapere un funzionario del Ministero degli Esteri israeliano.
Sharon Levi