Inutile attaccare la Siria senza colpire anche l’Iran

28 Agosto 2013

siria-attacco-usa

Premetto che non sono affatto entusiasta dell’annunciato attacco alla Siria, non fosse altro per le possibili conseguenze che potrebbe avere su Israele, ma in particolare perché mi risulta difficile stabilire quale sia il male peggiore tra Assad e i ribelli legati ad Al Qaeda. E poi mi chiedo quale sia la reale utilità di questo annunciato attacco, cioè: a cosa e a chi serve?

E qui vorrei aprire una parentesi di tipo “militare”. Quando si decide di andare in guerra la prima cosa da fare è stabilire quali siano gli obbiettivi finali che si vogliono raggiungere. Iniziare un conflitto senza avere ben chiaro quali siano gli obbiettivi finali significa partire con il piede sbagliato perché equivale a dare il via a una guerra senza stabilirne una linea finale. E’ un po’ come entrare in una spirale senza fine che si attorciglia su se stessa. Ora, quali sono gli obbiettivi di un eventuale attacco alla Siria?

A me non sembra che né gli Stati Uniti né tantomeno o loro alleati abbiano ben chiari quali siano gli obbiettivi finali dell’attacco. A parte l’ipocrisia di attaccare dopo 100.000 morti e dire che “Assad ha superato i limiti con l’uso delle armi chimiche” (della serie, se li ammazzi con i proiettili, le bombe o i macete mi può stare bene, ma se li ammazzi con il Sarin ti punisco), cosa si vuole fare con questo attacco? Punire Assad? Destituirlo? Dare fiato ai ribelli dopo una serie di sconfitte? Oppure si vuole dimostrare che la comunità internazionale non si lascia prendere in giro e si vuole mandare un segnale chiaro all’Iran che, come tutti sanno, è l’ombra oscura del regime siriano? E se fosse valida questa ultima ipotesi, non è forse vero che la comunità internazione sono anni che si lascia prendere per il naso dagli Ayatollah? Ha senso quindi attaccare la Siria senza colpire simultaneamente il suo maggiore sostenitore? Non è come colpire il braccio senza colpire la mente?

Le stragi in Siria non sono state decise a Damasco, ma a Teheran e a Riad. Assad non muove un dito senza essersi consultato prima con gli iraniani e i ribelli sarebbero solo una banda armata senza il sostegno saudita. Quindi? Si prende posizione a favore dei sauditi senza prendere posizione contro l’Iran? Che senso ha? Che senso ha abbattere un regime sanguinario per sostituirlo con un regime teocratico altrettanto sanguinario e forse addirittura peggiore se non si ha un obbiettivo che giustifichi questo obrobrio?

Tutto questo avrebbe un senso solo se l’obbiettivo finale fosse l’Iran e non l’abbattimento di Assad. Se contemporaneamente al bombardamento della Siria avvenisse il bombardamento delle centrali nucleari iraniane quei missili avrebbero un senso compiuto, si attaccherebbe cioè la cosiddetta “mezzaluna sciita”, quell’asse formato da Iran, Siria, Hezbollah e Jihad Islamica che muove le fila del conflitto siriano e più o meno quelle di tutti i fatti in Medio Oriente. Ecco quale dovrebbe essere l’obbiettivo che giustifichi un attacco armato alla Siria. Di altri obbiettivi non ce ne sono.

Purtroppo però sono convinto che Obama non abbia gli attributi necessari a fare un ragionamento del genere e che quindi l’attacco alla Siria servirà solo a innescare una serie di reazioni a catena in tutto il Medio Oriente di cui in questo momento è difficile stabilirne le conseguenze. Colpire la Siria senza colpire contemporaneamente anche l’Iran farà quindi solo del male perché non si colpisce la marionetta senza colpire chi ne tira i fili.

In conclusione, non sono affatto ottimista su quello che avverrà nei prossimi giorni perché a parte la voglia di menar le mani di qualche generale e di qualche Primo Ministro in cerca di fama e gloria, non vedo nulla di più, non vedo un obbiettivo chiaro che giustifichi una escalation del genere.

Adrian Niscemi

Seguici su…

Sostienici

Sostieni Rights Reporter con una piccola donazione

Go toTop