Guerra tra Israele e Iran: il mondo messo davanti alla realtà

11 Febbraio 2018

Sono mesi che si parla di una guerra tra Israele e Iran, sono mesi che il Premier israeliano Benjamin Netanyahu fa il giro delle parrocchie per mettere in guardia sul pericolo che rappresenta la presenza iraniana in Siria e per ribadire che Israele non può permettere che Teheran si posizioni a pochi Km dal confine con lo Stato Ebraico.

Tutto inutile. Se si escludono gli americani, tutti gli altri hanno allegramente sorvolato sul pericolo rappresentato dalla politica iraniana in Medio Oriente. Troppo presi a fare affari con gli Ayatollah per pensare alle legittime preoccupazioni israeliane.

Ieri però il mondo ha avuto un assaggio vero di quella che sarà la guerra più annunciata della storia e improvvisamente si è trovato a fare i conti con quanto avviene in Siria, con i Pasdaran iraniani e i terroristi libanesi di Hezbollah che hanno usato la guerra allo Stato Islamico come pretesto per occupare la Siria e minacciare Israele, con il trasferimento di armi dall’Iran al Libano ma soprattutto con la ferma volontà israeliana di impedire tutto questo, costi quello che costi.

Quanto avvenuto ieri con la gravissima violazione iraniana della sovranità israeliana (e non c’è alcun dubbio che ciò sia avvenuto) è un fatto gravissimo che conferma come le preoccupazioni israeliane non siano solo il frutto di una “strana isteria” ma che, al contrario, sono preoccupazioni reali e basate su dati assolutamente certi.

Ricapitolando le certezze:

  • l’Iran è sempre più stabilmente in Siria, non con l’intenzione di salvaguardare il regime di Assad ma con quella minacciare Israele da vicino
  • l’Iran in Siria controlla almeno 82.000 combattenti suddivisi tra pasdaran (Guardie della Rivoluzione), combattenti di Hezbollah e combattenti delle milizie sciite provenienti da Iraq, Afghanistan e Pakistan
  • usando il territorio siriano l’Iran ha più volte cercato di far arrivare armi avanzate a Hezbollah in Libano, operazione che a volte non è riuscita grazie a diversi interventi israeliani ma che, presumibilmente, in alcune occasione è riuscita contribuendo così ad aumentare la minaccia militare a Israele
  • ma la certezza più granitica, quella che viene apertamente enunciata dagli Ayatollah iraniani, è che tutto questo serve a preparare un attacco a Israele volto a cancellare lo Stato Ebraico dalla faccia della terra. Lo dicono apertamente gli iraniani, lo dice apertamente Hezbollah, lo dice chiunque sia alleato in qualche modo all’Iran

Ora, capite che non c’è uno Stato al mondo che potrebbe accettare di subire una concreta minaccia come quella iraniana verso Israele senza quantomeno cercare di fermarla in tempo. Fino a ieri Israele lo ha fatto cercando di evitare una guerra diretta con l’Iran. Netanyahu ha fatto il giro delle parrocchie per ammonire sul pericolo di una guerra tra Israele e Iran, ha cercato in tutti i modi di convincere le grandi potenze a mettere un freno alle mire espansioniste di Teheran. E’ andato più volte da Putin, principale alleato di Teheran, è andato alla Casa Bianca, ha informato dettagliatamente l’Onu e l’Unione Europea. Se c’è un’accusa che non può essere rivolta al Premier israeliano è quella di voler cercare uno contro armato con Teheran. Anzi, c’è chi lo accusa di essere sin troppo tollerante e paziente, quasi un debole e remissivo.

Ma ieri la storia ha preso un’altra piega. Ieri per la prima volta l’Iran è entrato direttamente in territorio israeliano. Lo ha fatto con un drone che secondo l’intelligence israeliana era predisposto per raccogliere informazioni sulle difese israeliane, un drone partito dalla Siria a conferma che Teheran usa il territorio siriano come una enorme piattaforma di lancio per minacciare Israele.

Non siamo nel campo delle ipotesi ma in quello delle certezze. Il mondo intero è stato messo di fronte alla realtà e non può più far finta di non vederla, non può più giudicare le preoccupazioni più volte espresse da Netanyahu alla stregua di una “isteria anti-iraniana”. Gli iraniani sono in Siria per attaccare Israele. Per niente altro.

Ieri da più parti è arrivato un appello alla calma, a moderare le azioni, un appello rivolto in particolare a Israele per via di quegli attacchi multipli portati alle infrastrutture iraniane in Siria. Non un solo appello all’Iran, non una sola condanna rivolta a Teheran per la gravissima violazione della sovranità israeliana. Eppure quello che è successo è chiarissimo, limpido.

Ieri Israele ha detto che Iran e Siria stanno giocando con il fuoco, ma qui a giocare con il fuoco sono in tanti, anche coloro che sottovalutano la decisione israeliana nell’impedire a Teheran di posizionarsi stabilmente in Siria. Israele non vuole una guerra con l’Iran, lo ha dimostrato più volte, ma se l’Iran vuole una guerra con Israele deve sapere che l’IDF non è ISIS, che i militari israeliani non sono sgangherati terroristi in infradito, ma uno degli eserciti più forti e potenti al mondo.

Ieri il mondo ha avuto un assaggio della decisione israeliana e se non vuole una guerra tra Israele e Iran farebbe bene a rivolgersi a Teheran e non a Gerusalemme quando chiede moderazione. E’ ora che si affronti la realtà.

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