Gaza: tramonta definitivamente il mito del carcere a cielo aperto

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Ma la Striscia di Gaza non doveva essere un carcere a cielo aperto? Non doveva essere un luogo talmente povero da giustificare decine di flotille umanitarie? Sembra proprio che il mito di “Gaza campo di concentramento” sia definitivamente tramontato quando nei giorni scordi Hamas ha deciso di regolamentare le importazioni di macchine in quanto “sarebbero troppe”.

A dirlo non sono i perfidi sionisti nel tentativo di dimostrare che a Gaza non c’è alcuna emergenza umanitaria come vogliono far credere i pacivendoli, ma è l’agenzia palestinese Ma’an. Secondo quanto riferisce Ma’an l’amministrazione di Hamas avrebbe deciso di limitare le importazioni di macchine nella Striscia di Gaza in quanto sarebbero in sovrannumero. Così nel mese di febbraio sono state importate “solo”  325 automobili di cui 63 dall’Egitto e, udite udite, 242 da Israele.

Secondo il Ministro per le importazioni, Basel Deeb, il numero sarebbe sensibilmente inferiore a quello dei mesi scorsi che in alcuni casi avrebbe superato le 1.200 unità. Di queste oltre il 30% sono automobili di fascia alta (prezzo oltre i 35.000 dollari), il 12% sono macchine di lusso (prezzo superiore ai 50.000 dollari) e poco più del 60% sono utilitarie con un prezzo che va da 6.500 dollari a 15.000 dollari. Le macchine di lusso arrivano nella maggioranza dei casi dall’Egitto e sono prevalentemente BMW e Mercedes con una fase in crescita per le Bentley. Le macchine di fascia alta sono generalmente Suv, fuoristrada oppure BMW e Mercedes comprese nella fascia medio-alta. Per le utilitarie gli abitanti di Gaza sembrano prediligere le macchine giapponesi.

Cosa ne pensano i pacivendoli di questo boom di acquisti di automobili? Dopo i grandi centri commerciali, gli Hotel di lusso, le ville con piscina, i mercati pieni di ogni ben di Dio, ora arriva anche questa “mazzata” al mito di “Gaza carcere a cielo aperto”.

Chissà, forse sarebbe il caso che con la prossima flotilla diretta a Gaza i pacivendoli portino ricambi per le auto anche se siamo sicuri che a Gaza non ne avranno affatto bisogno. Per finire un consiglio al sindaco di Napoli, De Magistris: la prossima volta che intende dare il patrocinio della città di Napoli ad una flotilla diretta a Gaza, si consulti con Mercedes, BMW e Bentley, magari riesce a caricare qualche bel regalino particolare per i suoi amici di Hamas.

Noemi Cabitza

redazione

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2 Comments Lascia un commento

  1. Gaza, chiamata the alcuni id..ti “carcere a cielo aperto”, “campo di concentramento”, dove vige una perenne “emergenza umanitaria”, ecc ecc ecc ha un grosso problema oggi: troppe automobili! Certamente il crescente numero di Bentley che vengono importate potrà alleviare le sofferenze della gente di Gaza. E, per la prossima flottilla solo auto di lusso, yacht e jet privati, please. Grazie.

  2. In ogni caso, gli occidentali vogliono con tutte le loro forze, con tutta la loro anima restare attaccati all’imagine miserabilista e filo spinato che si son fatti. Come dei grandi bambini che vogliono con tutte le loro forze credere ancora a babbo natale.

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