Gaza: pronti per la pericolosa messa in scena. Quanti “martiri” pretenderà oggi Hamas?

by 6 Aprile 2018

Tutto è pronto per la pericolosa messa in scena lungo il confine tra Israele e Gaza. Migliaia di copertoni di auto sono stati accatastati nei pressi della barriera di confine dai cosiddetti “rivoltosi” pronti per essere incendiati con la seria probabilità che producano una vera catastrofe ecologica, tanto che persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme.

Messa in scena pericolosa. Hamas ha sempre sostenuto che la protesta è spontanea quando invece proprio ieri il capo del GOGAT, il Generale Yoav Mordechai, ha pubblicato sulla pagina ufficiale dell’organizzazione un video nel quale si dimostra come proprio Hamas costringa i proprietari delle compagnie di autobus a trasportare i cosiddetti “rivoltosi” sul luogo della “rivolta”. Non c’è niente di spontaneo quindi e Hamas è chiaramente coinvolto.

Tutto pronto anche da parte dei cosiddetti “giornalisti”. Non esiste al mondo una così alta concentrazione di giornalisti e spacciatori di notizie false come lungo il confine tra Israele e la Striscia di Gaza. Tutti pronti a mettere in scena la favola del povero palestinese oppresso da cattivi israeliani e protetto dai buoni di Hamas. Che poi se proprio i palestinesi volevano fare una protesta contro chi li affama veramente l’avrebbero dovuta fare lungo il confine con l’Egitto visto che proprio l’Egitto blocca qualsiasi cosa e persona da e verso Gaza mentre da Israele ogni giorno entrano tonnellate di aiuti umanitari, benzina, energia elettrica e cure mediche.

Ma il vero punto non è la situazione di Gaza e della sua popolazione. Se ad Hamas fosse interessato il benessere dei palestinesi avrebbe usato il denaro internazionale per ricostruire la Striscia di Gaza, per costruire acquedotti o per costruire un desalinatore (finanziato per la quarta volta proprio pochi giorni fa) invece di usarli per i tunnel del terrore o per acquistare armi. Non avrebbe rubato l’energia elettrica destinata agli ospedali. Il punto vero è che ad Hamas dei palestinesi non importa nulla. Agiscono solo contro Israele e non si sa nemmeno agli ordini di chi, se della Turchia di Erdogan o degli iraniani.

La domanda che il mondo si dovrebbe porre è quindi: quanti martiri pretenderà oggi Hamas per portare avanti la sua guerra contro Israele? Per quanto tempo continuerà ad assecondare la “politica del martirio” imposta dai terroristi invece di pensare veramente al benessere della popolazione di Gaza? Per quanto tempo i cosiddetti “giornalisti” continueranno a essere complici dei terroristi solo per vendere qualche articolo di più. State pronti, oggi avremo le risposte.

Sarah G. Frankl

Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica

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