Gaza, pacivendoli e nazismo

7 Aprile 2018

Chi sono i pacivendoli? Il termine è mutuato dalla parola “pacifinto” cioè finto pacifista con una aggravante. Riprendendo da un nostro articolo del 2012 possiamo affermare che un pacivendolo e tecnicamente più subdolo di un finto pacifista: «pacivendolo è colui che si autodefinisce “pacifista” ma che, andando ben oltre il termine di “pacifinto”, cerca di vendere il concetto che lo sterminio di un popolo possa portare la pace nel mondo. Insomma, un genocidio mascherato da “atto di pace”».

Non è un caso che ieri durante gli scontri lungo il confine tra Israele e Gaza sia comparso il simbolo nazista tra le bandiere palestinesi. Il termine “sterminio” abbinato alla parola “ebrei” è perennemente presente nella narrativa islamica, la distruzione dello Stato Ebraico in quanto “casa degli ebrei” prima ancora che nazione è l’obiettivo primario dell’islamo-nazismo come dimostrano Iran e Turchia.

gaza foto simbolo nazismo 2

E cosa fa allora il pacivendolo? Sostanzialmente cerca di usare il pacifismo per mascherare il tentativo di soppressione di una nazione e di un popolo democratico. Non si spiega altrimenti il fatto che vi siano “pacifisti” che appoggino Hamas o regimi sanguinari come quello iraniano e quello turco. L’obiettivo del pacivendolo non è quindi la salvaguardia dei Diritti dei palestinesi, altrimenti assisteremmo a manifestazioni contro Hamas e contro chi si è arricchito con gli aiuti destinati al popolo palestinese, no, l’obiettivo dei pacivendoli e la soppressione di Israele.

Allora i soprusi di Hamas, il violento espansionismo iraniano e turco, la sistematica appropriazione indebita degli aiuti ai palestinesi passano in secondo piano di fronte all’obiettivo primario dei pacivendoli che non riguarda minimamente i diritti del cosiddetto “popolo palestinese”.

E sono molto ben organizzati. La strada che porta alla demonizzazione di Israele è stata costruita su quel principio che il gerarca nazista Goebbels definiva il “principio della semplificazione e del nemico unico” il quale recita che:

“è necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali”

I pacivendoli hanno così creato un vero e proprio mercato delle menzogne che usano con il solo obiettivo di demonizzare Israele e di giustificarne quindi l’estinzione. Esattamente quello che hanno fatto i nazisti quando diedero il via alla soluzione finale giustificandola con una campagna mediatica anti-ebraica senza precedenti.

https://youtu.be/XAA8603kPeM

Non c’è quindi da stupirsi se con un certa disinvoltura i “pacifici manifestanti” di Hamas abbinano la svastica nazista alla loro bandiera, se una manifestazione chiaramente violenta viene definita pacifica e difesa ad oltranza dai pacivendoli anche attraverso una campagna mediatica tutta volta a demonizzare Israele. Il terrorista che cerca di entrare in Israele diventa quindi un manifestante pacifico che nel caso venga fermato dalle forze di difesa israeliane si trasforma in un martire.

Notate il trasformismo dei termini ormai adottato anche da una certa stampa. Da terrorista a martire in un batter d’occhio.

Il problema è che, anche grazie a una certa stampa compiacente, la cosa funziona. Non è raro infatti imbattersi in commenti anti-israeliani sotto articoli che fanno la cronaca dei fatti di Gaza, anche di quelli che non distorcono la verità ma si limitano a riportare i fatti. Non è raro nemmeno imbattersi in bacheche di personaggi famosi trasformati in pacivendoli improvvisati che usano i principi di Goebbels per giustificare il tentativo di annientamento di un popolo con la nobile causa della pace. Pacivendoli in tutto e per tutto.

Sarah G. Frankl

Vive nel sud di Israele. Responsabile della redazione e delle pubblicazioni Breaking News. Cura i social di Rights Reporter. Esperta del settore informatico. Hacker Etica

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