Erdogan e Mogherini vengono allo scoperto. Due facce della stessa medaglia

2 Aprile 2018

Quando il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, ha chiesto una indagine indipendente sui drammatici fatti avvenuti al confine tra Israele e la Striscia di Gaza e quando ha paragonato il tentativo di migliaia di arabi di entrare illegalmente in Israele alla stregua di un Diritto, non ne siamo rimasti meravigliati.

Ce lo aspettavamo così come, dopo i silenzi sulle stragi di curdi perpetrate da Erdogan, ci aspettavamo che non appena la Mogherini avesse avuto la possibilità di attaccare la democrazia israeliana non avrebbe perso un solo attimo nel farlo.

«La libertà di espressione e la libertà di riunione sono diritti fondamentali che devono essere rispettati» scrive la Mogherini nel comunicato diffuso sabato sera paragonando il tentativo violento di migliaia di persone di entrare in Israele alla stregua di una manifestazione pacifica.

E torna la retorica, usata solo ed esclusivamente quando si parla di Israele, dell’uso “proporzionato” della forza. «Mentre Israele ha il diritto di proteggere i suoi confini, l’uso della forza deve essere proporzionato in ogni momento» scrive la sig.ra Mogherini, una frase che contiene al suo interno tutta l’assurdità del pensiero europeo perché se si riconosce il diritto di Israele a difendere il suoi confini si deve riconoscere anche il diritto all’uso della forza per farlo. E siccome è difficile stabilire cosa significhi “proporzionalità” quando si è sotto attacco, la frase della Mogherini assume le sembianze di una presa di posizione contro Israele a prescindere.

E mentre la Mogherini rilasciava le sue dichiarazioni, in contemporanea anche il dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, faceva sentire la propria voce. «Hei Netanyahu, sei un occupante ed è come occupante che sei su quelle terre. Allo stesso tempo sei un terrorista» ha detto Erdogan rivolto al Premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Ora, la frase di Erdogan lascia aperti un paio di interrogativi non di poco conto. Cosa intende il dittatore turco con il termine occupante? Israele non occupa più la Striscia di Gaza dal 2005 e questo il dittatore turco lo sa benissimo. Quindi a cosa si riferiva Erdogan? Probabilmente a tutto Israele giudicando quindi lo Stato Ebraico alla stregua di un occupante della propria terra.

Che poi parliamoci chiaro, Erdogan che critica la risposta israeliana farebbe ridere in qualsiasi contesto minimamente normale. Ma quando si parla di attaccare Israele ogni cosa è permessa, ogni cosa è lecita, anche la più assurda.

Però in questo susseguirsi di attenzioni particolari verso Israele, anche da parte della stampa, una cosa positiva c’è: abbiamo capito perché la Mogherini non ha detto una sola parola sulle stragi di curdi perpetrate da Erdogan e sulla invasione militare del Kurdistan siriano mentre si è catapultata a criticare la giusta autodifesa israeliana. I due sono speculari l’una all’altro. Il loro obiettivo, la loro visione di un Medio Oriente “in pace” è la stessa e non prevede la presenza di Israele, cioè dell’unica democrazia in quella regione.

Erdogan non ne fa mistero tanto da puntare alla creazione di un grande esercito islamico per attaccare Israele. La Mogherini invece è più subdola, lavora ai fianchi usando la diplomazia europea come un’arma contro Gerusalemme, coccolando da un lato i nemici di Israele come gli iraniani, mentre dall’altro non perde occasione per far adottare all’Unione Europea misure che danneggino lo Stato Ebraico.

Ora, si potrebbe erroneamente pensare che il problema della coppia Mogherini-Erdogan sia un problema di esclusiva pertinenza israeliana. Invece no, anche perché Israele sa difendersi benissimo da questi satrapi. Il problema è tutto europeo. E’ l’Europa che deve temere veramente questi individui, è l’Europa “l’obiettivo grosso” delle orde islamiche che Erdogan punta a guidare anche con l’aiuto della Mogherini. Israele è solo un ostacolo su quella strada, certo, un grosso ostacolo che fino a quando resiste impedisce a gente come Erdogan di mettere in pratica il proprio piano, ma pur sempre solo un ostacolo e non l’obiettivo finale. Ci pensino bene gli europei la prossima volta che criticheranno Israele per essersi difeso dalle orde di assassini islamici.

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