Secondo il Premier turco, Recep Tayyip Erdogan, dietro ai fatti che stanno avvenendo in Egitto ci sarebbe la mano di Israele. Per dimostralo Erdogan rispolvera una vecchia intervista di due anni fa fatta dal giornalista e scrittore francese, Bernard Henry Levy, a Tzipi Livni nella quale la Livni si augurava che se i Fratelli Musulmani avessero vinto le elezioni in Egitto l’esercito gli avrebbe impedito di prendere il potere.
Nella intervista la Livni diceva semplicemente che dubitava molto che la presa del potere da parte della Fratellanza Musulmana in Egitto avrebbe portato la democrazia e prendeva come esempio le elezioni vinte da Hamas, costola della Fratellanza Musulmana, a Gaza. Secondo Erdogan quella sarebbe la prova inconfutabile che Israele avrebbe convinto i militari egiziani a deporre Mohamed Morsi.
Il premier turco lo ha detto ieri a una riunione del suo partito dove ha criticato aspramente anche gli Stati Uniti per non aver ancora preso una posizione definitiva in merito agli 1,5 miliardi di dollari in aiuti militari destinati all’esercito egiziano. Erdogan sostiene che gli USA dovrebbero bloccarli.
Immediate le reazioni sia da Israele che dagli Stati Uniti. Il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha definito le parole di Erdogan “una stupidaggine colossale dettata dalla retorica anti-israeliana”. La Casa Bianca dal canto suo ha duramente criticato le parole di Erdogan e lo ha fatto in maniera ufficiale attraverso il suo portavoce, Josh Earnest, il quale ha detto che “gli Stati Uniti condannano fermamente le affermazioni fatte dal Primo Ministro turco su Israele, affermazioni del tutto prive di fondamento”. E in merito agli aiuti militari all’esercito egiziano lo stesso Earnest ha detto che “l’Amministrazione americana non ha ancora deciso cosa fare”.
Erdogan torna così a farsi paladino del mondo islamico dopo che negli ultimi mesi la sua figura era stata oscurata da quella dell’Emiro del Qatar e dai fatti accaduti in Turchia e lo fa usando l’arma migliore, la retorica contro Israele. Per farlo usa a suo favore i fatti accaduti in Egitto prendendo le difese dell’estremismo islamico della Fratellanza Musulmana. Non è un caso che sempre ieri lo stesso Erdogan abbia organizzato una riunione con il Presidente turco, Abdullah Gul, e con il Ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, per discutere delle prossime mosse della Turchia nello scacchiere mediorientale e in particolare per assumere alcune decisioni in favore di quella che Erdogan ha definito “la resistenza palestinese” con chiaro riferimento ad Hamas, il quale dopo la caduta dei Fratelli Musulmani in Egitto si trova chiaramente in difficoltà. Cosa ne penseranno i burocrati europei che vogliono l’ingresso della Turchia in Europa del fatto che Erdogan appoggi così spudoratamente un movimento terrorista?
Sarah F.
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