Hamas sta letteralmente affamando la Striscia di Gaza. E’ quanto emerge da una serie di testimonianze raccolte ieri in Egitto da Rights Reporter, testimonianze offerte dalla popolazione di Gaza che dopo tanto tempo è potuta entrare in Egitto per fare spese, una possibilità data dal Governo Egiziano che ha riaperto il valico di Rafah per tre giorni (da domenica a ieri).
A dire il vero a Rafah non c’è stata la ressa che gli egiziani si aspettavano (solo qualche punta di forte afflusso). Molte macchine di grossa cilindrata (probabilmente membri di Hamas), diversi malati e non troppe famiglie. Così ci siamo chiesti il motivo di questo “scarso afflusso” e abbiamo iniziato a fare domande. In molti non parlavano per paura. Il timore che ci fossero agenti di Hamas in incognito era fortissimo. I pochi che però hanno parlato, rigorosamente lontano da qualsiasi mezzo di ripresa, ci hanno descritto una situazione davvero drammatica.
A Gaza manca di tutto, dalla benzina alla luce elettrica, dagli alimentari ai medicinali. Da quando l’Egitto ha chiuso i tunnel del contrabbando i prezzi sono lievitati di quattro/cinque volte. Le imprese edili sono costrette a comprare il cemento al mercato nero (gestito da Hamas) e a pagarlo anche sei volte più di quello che costerebbe. L’energia elettrica viene erogata a singhiozzo e solo in alcune ore del giorno. I medicinali li puoi comprare solo al mercato nero (sempre gestito da Hamas) e negli ospedali ci entri solo se hai una raccomandazione importante.
La cosa ci lascia perplessi. Sappiamo per certo che gli aiuti umanitari entrano regolarmente a Gaza e che il carburante per la centrale elettrica viene consegnato più o meno puntualmente nonostante la ANP non abbia pagato diverse forniture (finanziate dalla UE). Anche nei giorni scorsi da Israele sono entrate centinaia di tonnellate di aiuti e materiale di ogni tipo. Che fine fanno?
Così ci spiegano che quegli aiuti la gente non li vede o quantomeno non vengono distribuiti. Tutti gli aiuti vengono sostanzialmente sequestrati da Hamas e poi messi in commercio a prezzi proibitivi che la gente normale non si può permettere. Stessa cosa per i medicinali. Un uomo, che sembra molto informato e che si definisce un imprenditore, ci dice che per poter lavorare deve pagare una vera e propria tangente ad Hamas e che è costretto a prendere solo lavoratori indicati dal gruppo terrorista. Una donna con un bambino ci dice che sta andando in Egitto per compare le medicine per i suoi figli che a Gaza o non trova o, se trova, lo fa a prezzi proibitivi. Le domandiamo se si è rivolta alle diverse Ong che operano a Gaza e lei ci risponde che lo ha fatto ma che le è stato risposto che doveva rivolgersi alle autorità (Hamas) per ottenere le medicine di cui necessitava in quanto loro avevano consegnato il tutto alle stesse autorità, ma che quando il marito è andato a chiedere gli hanno detto che le doveva pagare.
Ci raccontano anche chiunque provi ad alzare la voce viene immediatamente incarcerato. Gli chiediamo del movimento dei “tamarrod” di Gaza e ci dicono che sono solo una farsa e che sono tutti membri di Fatah che fanno quello che fanno solo per ragioni politiche e non certo, come i tamarrod egiziani, per ottenere libertà e Diritti. La gente vive nel terrore di Hamas oltre che in estrema povertà. Gli chiediamo perché non denunciano queste cose al mondo e lei si mette a ridere: «e come facciamo?» ci dice, «tutti gli occidentali che sono a Gaza sono al soldo di Hamas. Ci va bene se ci danno qualche briciola ogni tanto».
In poche ore abbiamo capito quello che già in effetti sapevamo e cioè che nella Striscia di Gaza vige non solo un regime terroristico ma un vero e proprio sistema mafioso che affama scientemente la popolazione traendone immensi benefici economici e alimentando nello stesso tempo odio verso coloro che erroneamente vengono indicati come responsabili di questa situazione quando i veri responsabili sono proprio i mafiosi di Hamas. Abbiamo anche capito che la maggioranza della gente di Gaza è perfettamente cosciente di tutto questo ma che non può farci niente.
Massarani S.
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