Ieri Papa Francesco ha lanciato il suo appello per la pace: «la violenza non si vince con la violenza, la violenza si vince con la pace» ha detto Papa Francesco all’angelus. Il Papa non può dire diversamente, è il concetto cristiano del “porgere l’altra guancia” che lo costringe a dire così. Poi però c’è la realtà.
E cosa ci dice la realtà che probabilmente conosce anche Papa Francesco ma che per il suo ruolo non può esprimere? La realtà ci dice che l’estremismo islamico sta velocemente conquistando un territorio dietro l’altro e non lo fa con “i fiori nei cannoni” ma con una violenza inaudita, mai vista a questi livelli. Lo fa con stragi immani, con esecuzioni di massa sommarie, lo fa attraverso una sistematica pulizia religiosa, attaccando i fedeli cristiani, bruciando le chiese, preferibilmente con i fedeli dentro. Lo fa distruggendo tutto quello che non è islamico che trova lungo il suo cammino. E come dovremmo rispondere a questa gente? Parlandogli di pace?
Ci scusi Papa Francesco se noi non ci stiamo, ci perdoni se non abbiamo nessuna intenzione di lasciarci massacrare da questo estremismo islamico che dilania mezzo mondo. Ci perdoni se non abbiamo nessuna intenzione di porgere l’altra guancia. No, noi pensiamo che alla violenza islamica si debba rispondere con la stessa violenza, anzi, maggiore. Noi crediamo nella “reazione spropositata” come la chiamano i pacivendoli della domenica, crediamo che con questa gente non ci sia nessuna possibilità di parlare semplicemente perché sono loro a non volerlo. Il loro obbiettivo è quello di sottometterci non quello di parlare di pace. La loro pace è la nostra morte.
E allora, se loro ci danno uno schiaffo noi gli diamo un pugno, se loro ci sparano con un fucile noi rispondiamo con un cannone, se loro ci tirano un missile noi gliene tiriamo dieci. Vede, caro Papa Francesco, noi ci teniamo alla nostra vita ma soprattutto crediamo di dover difendere la vita dei nostri figli, il loro futuro.
Vede, caro Papa Francesco, non c’è differenza tra gli islamici dell’ISIL e quelli di Al Qaeda, tra Hamas ed Hezbollah, tra quelli di Boko Haram e gli al-Sahaabab, vogliono tutti la stessa cosa, la nostra sottomissione o la nostra morte. E con questa gente dovremmo parlare di pace?
Il buonismo cristiano ha aperto le porte dell’occidente all’inferno islamico e loro ci sono entrati come un coltello caldo nel burro. Si sono insinuati in casa vostra e adesso iniziano a farsi sentire. Guardi le violenze di questi giorni nelle proteste contro Israele, i tentativi di attaccare le sinagoghe, guardi quelle immagini di distruzione perché è solo l’antipasto di quello che aspetta all’Europa se non aprirà in fretta gli occhi.
Per ora ce l’hanno solo con noi ebrei e soprattutto con Israele perché siamo gli unici che fino ad oggi abbiamo risposto colpo su colpo. Ci hanno dato uno schiaffo e noi gli abbiamo dato un pugno, ci hanno tirato un missile e noi ne abbiamo tirati dieci. E’ l’unico modo di parlare con loro. La parola “pace” per loro non ha nessun significato. E quando avranno finito con noi, se dovessero riuscirci, inizieranno con voi.
Lo so, la guerra è brutta, è brutto vedere morire la gente, ma con questa gente non si può parlare di pace, non si parla di pace con chi ha come obbiettivo quello di sterminarti.
Con profonda stima e simpatia
[glyphicon type=”user”] Scritto da Adele Ehrenfeld
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Purtroppo il buonismo cristiano, anzi cattolico, avvelena tutto. come al solito. Questa Chiesa, che, nel passato, ha indetto Crociate, ora si lascia sterminare per viltà. Non vuol capire chi le sta di fronte. Anzi, lo ha capito e cerca accordi impossibili. In più, l’attuale Pontefice, venendo da lontano, nulla sa, né vuol sapere, del contesto che abbiamo davanti. Tra l’altro, non ha “esperti” all’altezza della situazione. Il Vaticano sta svolgendo il consueto ruolo deleterio. In ogni caso, il detto “porgere l’altra guancia” non ha il vile significato che gli si vuole attribuire.
Meno male che non tutti i cattolici sono…buonisti. Ma ahimé sono questi ultimi a dare il tono.
Adele, se un giorno nella casa dove abiti di 10 locali, ti obbligassero di darne 4 al tuo peggior nemico, che con il tempo occuperebbe gli altri locali e ti lascia l’accesso solo del bagno…tu cosa faresti ?
Tu dici che la forza e la violenza siano la soluzione di tutto e Mara Marantonio si azzarda a giudicare il papa di non sapere nulla….
Mi sembra un comportamento clinicamente definibile paranoico compulsivo….
l’ebraismo ha un patrimonio socio culturale immenso, lo zhoar e l’albero della vita non insegnano quanto scrivete, ma suggeriscono di portare luce nell’oscurità anzichè coprire lo scuro con il buio….
Posso comprendere il Vostro dolore ma dovete pure comprendere il dolore degli altri…. Far pace vuol dire rinunciare a qualcosa per un disegno comune più grande…
Occhio per occhio , dente per dente, lasciamolo a civiltà meno evolute della nostra…..
Mazel tov
Le mie conclusioni sono opposte a quelle dell’israeliana Adele che ha una posizione speculare a quelle degli estremisti islamici e che alimenta la violenza in una spirale senza fine, ma anche diverse da quelle del Santo Padre… : PER GAZA, LA SIRIA, L’IRAQ, NOI PREGHIAMO CON LEI, SANTO PADRE, LEI GRIDI CON NOI E INSIEME AI MARTIRI, PER LA PACE GIUSTA
23 luglio 2014 alle ore 1.15
Il Papa ha parlato di Gaza, e l’ha fatto come al solito con il suo stile a-violento e che non prende parte, che non distingue tra bene e male, esortando alla preghiera. Il Papa ci assicura che Dio invece fa questa distinzione, ma con “pazienza”, con misericordia. La stessa dice il Papa che verrà usata con noi. In effetti chi di noi puo’ dirsi senza peccato? Chi puo’ scagliare la prima pietra? Insomma, il Papa ci esorta a non giudicare e ad avere pazienza… che il seme della pace germoglierà.
Io contadina e madre, Santo Padre, penso invece che il seme per crescere debba essere annaffiato con l’acqua della giustizia, che occorra anche prendere posizione, oltre che pregare.
Che occorra essere “sale” non insipidi; usare la stessa bilancia di fronte ad ogni conflitto – a Gaza come in Siria – e soprattutto che sia tempo ORA di fare proposte di pace positiva, di risoluzione praticabile e giusta! Per tutto il Medio Oriente.
Gesù, figlio di donna, sulla croce, nel momento del suo martirio, ha gridato Padre Padre, allontana da me questo calice… l’umanità di Gesù e di ogni essere umano sulla croce non ha pazienza, non sta in silenzio a pregare! Grida invece, e chiede aiuto, e chiede salvezza per sè e per i suoi cari che sotto la croce soffrono indicibili pene con Lui!
Come si sente un padre, una madre, nel sorreggere il corpo senza vita, il corpo ferito e mutilato del proprio figlio? La vita si ferma in quel momento e tutto il nostro corpo e la nostra anima si rivoltano dal profondo, si lacerano irrimediabilmente insieme a quel corpicino esanime.
Il punto è, Santo Padre, che la soluzione possibile di fronte alle ingiustizie, ai crimini, non è come contro la donna adultera quella di seppellirla sotto le pietre! Noi sostenitori della pace positiva non vogliamo scagliare pietre contro Israele o massacrare vivo Bashar al Assad! Non vogliamo tornare indietro alla barbarie nè diventare criminali assassini come loro, come questi dittatori, questi militari genocidi!
Tra uccidere e morire c’è una terza possibilità, VIVERE! Tra restare seppelliti sotto le bombe e gettare i barili esplosivi sulle città cé una terza possibilità, IMPEDIRE AGLI AEREI DI DECOLLARE! Tra la dittatura del partito Baath e il fanatismo opportunista dell’Isis e di al qaeda c’è una terza soluzione, la TRANSIZIONE DEMOCRATICA PROTETTA DAI CASCHI BLU.
Santo Padre, Lei che all’ONU puo’ arrivare, non si limiti a far giungere le Sue sante preghiere al cielo, gridi con Gesu’, faccia sentire la voce dei martiri della Siria, dell’Iraq, della Palestina!
Preghero’ con Lei, santo Padre, Lei unisca la sua voce e la sua azione alla nostra. Non è mai troppo tardi per scegliere il bene
e i martiri di Israele? dimenticanza, amnesia o non interessano?. Prega pure..tanto così non si arriverà a nulla
No, ma quali martiri? Quelli sono ebbrei ebbasta, e per giunta anche sionisti, perché mai ricordarli? E se il papa prega insieme all’imam che invoca da Allah la sconfitta degli infedeli, che male ci sarà mai!