L’Arabia Saudita ha interrotto senza dare alcun spiegazione qualsiasi finanziamento ai palestinesi. Lo riferiscono alti funzionari della Autorità Nazionale Palestinese (ANP) al Times of Israel.
Secondo quanto riportato ieri dal Times of Israel negli ultimi sei mesi l’Arabia Saudita non avrebbe versato la somma di 120 milioni di dollari (20 milioni di dollari al mese) a favore della ANP, il tutto senza fornire alcuna spiegazione né alcun preavviso.
Fonti palestinesi riferiscono che durante questi mesi diversi emissari della ANP si sono recati in Arabia Saudita per capire i motivi di questa improvvisa interruzione dei flussi di denaro a favore della Autorità Palestinese senza però riuscire ad ottenere risposte esaurienti.
Da diversi mesi l’Arabia Saudita e altri Paesi arabi del Golfo hanno mostrato una certa reticenza a fornire denaro a fondo perduto ai palestinesi come avevano fatto da decenni. I motivi sono tanti, primo tra tutti quello che la cosiddetta “causa palestinese” è diventata ormai un ostacolo alla normalizzazione dei rapporti tra gli arabi e Israele in un momento in cui il “pericolo iraniano” incombe su tutta la regione. Molto meno diplomaticamente si potrebbe pensare che il regno saudita in un momento di crisi economica che tocca persino i ricchi Paesi del Golfo si sia stancato di rimpinguare i conti esteri di Abu Mazen e della dirigenza palestinese. Più realisticamente si potrebbe pensare che l’Arabia Saudita punti a far fuori Abu Mazen a favore di figure più gradite a Re Salman, come per esempio Mohammad Dahlan oppure il nipote di Arafat, quel Nasser al-Kidwa tanto gradito a Giordania ed Egitto.
Quale che sia il motivo per cui l’Arabia Saudita ha interrotto i finanziamenti alla ANP, il fatto che il Paese arabo in assoluto più importante nel panorama mediorientale non supporti più né diplomaticamente né finanziariamente la cosiddetta “Palestina”, per di più tirandosi appresso tutti gli altri se si fa eccezione per il Qatar, dimostra come gli arabi siano stanchi di alimentare il parassitismo palestinese che se ieri poteva essere utile in configurazione anti-israeliana, oggi non ha più ragione di esistere con il pericolo iraniano che incombe su tutta la regione.
Scritto da Sarah F.
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